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SUBURRA regia di Stefano Sollima

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Gabe 182     9 / 10  29/03/2020 19:34:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Incredibile, il mio è un voto di pancia, ma ci sono milioni di motivi per premiare uno dei migliori film italiani realizzati dal dopoguerra in poi.
Ambientato a Roma e con accadimenti storici realmente successi sullo sfondo, Suburra è un intreccio pericoloso tra malavita, Stato e Chiesa.
Suburra è uno spaccato crudo, asciutto a tratti disturbante dell'odierna società romana, dipinta come un'accozzaglia di criminali spietati e opportunisti pronti a sfruttare gli errori delle cosche avversarie e dei politici per ottenere profitto e potere. Le vicende scaturiscono da una serata all'insegna dell'eccesso del politico Malgradi, quando, dopo un cocktail di sfrenati piaceri carnali e inibizione da droghe, una prostituta muore di overdose. La reazione a catena è innescata e il gioco si fa inarrestabile: guerre di vendetta tra clan, ricatti ai politici, omertà, connivenza stato-mafia sono le travi che sorreggono la "Cupola" romana, una fotografia noir e distopica della Capitale avvolta da cupe tenebre notturne, in cui le uniche opache luci che trionfano sono quelle dei disgustosi bar usati dai boss per il regolamento dei conti.
Stefano Sollima, regista di Gomorra, mantiene la stessa impronta stilistica, nuda e cruda, da grande direttore d'orchestra. Il montaggio e la musica li ho trovati perfetti.
Il cast mi ha lasciato parecchio desiderare quando ho letto i nomi, ma poi sono rimasto molto soddisfatto, soprattutto da Favino nei panni dell'onorevole Malgradi. Favino mi ha sempre convinto poco, ma tra il Traditore (la prova migliore vista fin ora dell'attore) e Suburra mi devo ricredere. Nei panni dell'onorevole Malgradi convince parecchio, mostra quello che il pubblico si aspetta da un politico corrotto, anche se il suo viso è talmente sensibile e disperato, da invocare una specie di perdono. Bravissimi anche i due semisconosciuti attori nei panni degli zingari, molto convincenti, stessa cosa per Elio Germano e Borgni nei panni di numero 8. Amendola mi è sembrato un pò costruito, non mi è sembrato molto all'altezza, per di più aveva un ruolo molto importante, io onestamente avrei optato per un altro attore. Infine, un voto di merito va anche per le due protagoniste femminili del film, oltre ad essere molto belle le ho trovate anche molto attinenti alla pellicola, veramente brave.
Insomma, 10 anni dopo "Romanzo ciminale", un'altra epopea di criminali nella capitale, il voto ripeto è un voto di pancia, ma questo non mi toglie dalla testa che Suburra si merita di entrare tra le Hall of fame del cinema italiano.
Capolavoro.