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SOPRAVVISSUTO - THE MARTIAN regia di Ridley Scott

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Invia una mail all'autore del commento mistress999     5 / 10  04/03/2016 15:35:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo "The Martian" è una di quelle piacevoli americanate che però generalmente eviti di guardare per non sorbirti i soliti eroi-macho-stereotipati, il buonismo ed il patriottismo random, frutto del più becero mainstream cinematografico made in Usa.

Il materiale di base ha un buon potenziale e nelle mani di un regista diverso (magari Nolan, se non avesse già diretto quel capolavoro completamente ignorato dall'academy che è Interstellar), ma viene parzialmente sprecato.
Le intenzioni con questo The Martian però sono completamente diverse da quelle di Nolan con il suo cinema, che pur avendo elementi che strizzano l'occhio all'intrattenimento in stile americano, possiede un intelletto ed una originalità completamente opposta.

Scott vuole dare chiaramente vita ad un prodotto che sia in parte d'intrattenimento e in parte drammatico e serio, secondo canoni abbastanza classici del genere.
Il mix a volte funziona, altre no, in un alternarsi comunque gradevole.

Matt Damon è un bravo attore, capace di creare una buona empatia, ma il suo personaggio manca di sentimento.
Un essere umano resta completamente solo su di un pianeta lontano anni dalla terra e non versa una sola lacrima nè mostra segni di cedimento psicologico neanche nei momenti più tragici.
È strano e divertente notare come lo stesso Matt Damon in Interstellar interpreti proprio un astronauta rimasto solo su un pianeta per molti e molti anni, ma che in quel caso, sotto la direzione di Nolan, il personaggio da sfogo a tutta la sua follia, disperazione e al più violento e selvaggio istinto di sopravvivenza. Ma parliamo di Scott, non di Nolan.
Solo nella seconda parte del film Damon da finalmente alcuni segni di cedimento ed è lì che il film diventa più interessante, dove la desolazione e la paura si fa più intensa ( e solo verso il finale si sfoga in un pianto, assafà!) Ma anche in quei momenti c'è un'ironia fuori luogo, insopportabilmente intervallata e accompagnata da musica pop e rock moderna.
In definitiva credo che sia dovuto in questi casi abbandobare ogni intellettualismo, cercare di sopportare gli stereotipi in american style della sceneggiatura e godersi una pellicola per nulla pretenziosa e tutto sommato guardabile.
Ma ancora una volta, non comprendo la scelta dell'academy per la candidatura.