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PADRI E FIGLIE regia di Gabriele Muccino

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steven23     6½ / 10  20/10/2015 20:21:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Partendo dalla premessa che non avrei nemmeno dovuto vederlo (una serie di circostanze mi hanno indirizzato in sala) devo dire che il risultato non è del tutto disprezzabile... non come m'immaginavo prima di vederlo.
Muccino racconta una storia di certo non nuova ma molto intensa, emotiva e toccante... e lo fa alternando la vicenda su due assi temporali ben distinti e lontani 27 anni l'uno dall'altro. In sostanza una scelta azzeccata a metà, almeno per quanto mi riguarda... se l'idea di raccontare la vita di Katie da bambina orfana della madre a ragazza adulta in difficoltà con il ricordo del padre era interessante lo stesso non si può dire della realizzazione. Ho trovato una netta differenza tra le due storie, fin troppo... la prima funziona a dovere, tocca le corde giuste e non risulta mai troppo ridondante, salvo forse un paio di eccezioni; la seconda, invece, mi è parsa così distante dalla prima da portarmi a pensare che stessi vedendo due film diversi. Oltretutto è la vicenda di Katie adulta a non avermi convinto del tutto, lo sviluppo la fa assomigliare troppo a centinaia di altre pellicole melo-sentimentali.
E poi c'è quel piede premuto costantemente sul pedale dell'emotività, del voler emozionare lo spettatore a ogni costo. Questo, a mio parere, è il difetto più grande, oltre che il più semplice tranello nel quale può cadere un regista quando gira pellicole simili. E qui il discorso vale per entrambe le storie.
Eppure la prima mi è piaciuta parecchio. Perché? Tra le altre cose direi soprattutto l'incredibile alchimia che si viene a creare tra un buon Crowe (molto in stile "A beautiful mind") e la piccola, adorabile Kylie Rogers. Il loro legame annulla di fatto ogni sbavatura presente nella vicenda.
Totalmente sprecate, invece, altre attrici come la Spencer, Jane Fonda e Diane Kruger; ruoli troppo marginali.
Il bilancio finale, però, direi è tutto sommato positivo. Niente di eccezionale ma ugualmente sufficiente.