caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'AMANTE regia di Jean-Jacques Annaud

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
denial     5½ / 10  31/12/2010 14:51:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver letto il romanzo della Duras, la visione del film di Annaud mi ha lasciato perplesso, suggerendomi una serie di riflessione sul rapporto letteratura-cinema e su quello che è il significato della traduzione da un medium all'altro. In questo caso la traduzione si rivela un vero e proprio tradimento, il pensiero del quale non ha cessato di abbandonarmi per tutta la visione del film. Tuttavia, non è questo necessariamente un male nel caso di una riduzione cinematografica, ma laddove questo tradimento risulta trascurabile se compensato da una realizzazione artistica di prim'ordine, il suo impatto risulta, invero, piuttosto negativo nel qual caso la riduzione cinematografica risulti insufficiente all'interno del suo ambito artistico.
E questo mi sembra il caso de "L'amante" di Annaud. Cercando di giudicarlo dal punto di vista prettamente cinematografico, infatti, il film, a mio parere, ha il demerito di risultare un'opera fin troppo manieristica. Mi sembra che l'eccessiva presenza della cinepresa, ravvisabile nei continui campi-lunghi, nelle panoramiche, nelle inquadrature con angolature particolari (dal basso, dall'alto) appesantisca l'operazione estetica. Queste scelte trasudano un narcisismo esasperato dell'autore che sembra desideroso di porre mano alla storia e svincolarsi il più possibile, attraverso queste risoluzioni, dal racconto della Duras, sottolineandone continuamente la differenza e rimarcando la peculiarità del suo medium. Oltretutto la resa dei caratteri dei protagonisti risulta particolarmente limitata, non esprimendo fino in fondo le potenzialità del romanzo, e rendendoli dei tipi le cui personalità sono solo accennate senza che vi sia spazio per un'analisi dei loro comportamenti. Non mi è sembrato di ravvisare in loro un reale interrogativo sul significato delle proprie azioni, ma solo un'accettazione passiva priva di qualsiasi riflessione intimistica.
Non posso, però, esimermi dal lodare il notevole lavoro sulla fotografia che ha il merito mostrarci un luogo la cui bellezza esotica viene lasciata libera di sprigionarsi in maniera naturale.
Per finire, il mezzo che punto che separa il mio giudizio dalla sufficienza è dovuto, paradossalmente, proprio all'intensità delle parole della Duras in voice over (nella versione originale, come già sottolineato, pronunciate da Jeanne Moreau) che rimarca ancora di più la lontananza dalla struggente bellezza del testo d'origine.