caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO regia di John Huston

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  18/01/2017 19:48:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche nei flop di pubblico in Huston non si celano mai opere scadenti, qualche decennio prima di misurarsi con Joyce e Lowry, prese in mano un interessante romanzo della McCullers dai connotati simili a quelli che spopolavano ad Hollywood di Tennesse Williams.
Ciò che appare non è minimamente paragonabile alla complessa allusività delle tematiche, la famiglia disfunzionale, l'omosessualità castrante, la moglie insoddisfatta e quindi fedifraga (che la McCullers tocca con meno cinismo di quanto faccia Huston), l'altra moglie vessata dai continui tradimenti depressa e internata ma per buona apparenza consenziente assistita da Anacleto spalla omosessuale che la comprende più di ogni altro, il triangolo d'attrazioni tra il maggiore Penderton e il soldato a sua volta attratto dalla moglie di Penderton.
Film figlio di scene madri, la cavalcata del soldato nudo, lo spogliarello a mo' di smacco della Taylor, la moglie che picchia il maggiore inerme davanti agli ospiti e lo straordinario finale maniacalmente curato in regia da Huston, uno dei migliori della storia del cinema, assieme ad un altro film dello stesso anno, la partita a tennis con palla invisibile di Blow-Up.
Gran direttore di attori, regala alla Taylor una delle sue migliori performance, precisamente dopo aver mollato la MGM l'attrice è migliorata esponenzialmente, evitando tutti quei ruoli in serie fatti con lo stampino, anche se con i testi di Williams ha sempre fatto buone prestazioni.
Ruolo monumentale di Brando che in quegli anni era entrato nella fase sperimentatrice della sua carriera, qualche anno prima aveva interpretato un interprete giapponese, intercalato da tanti film dal sapore esotico, non saprei dire se Clift avrebbe potuto far meglio, poiché ruoli così introversi Mongtomery li padroneggiava con delizia e l'intimità di Penderton collimava con la sua vita reale, ma Brando dà sfoggio di tutta la sua versatilità e non fa rimpiangere il pur compianto Clift.