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STORIE SOSPESE regia di Stefano Chiantini

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     5½ / 10  21/04/2016 11:27:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è impegno nel cinema di Stefano Chiantini, quello di voler sottolineare, ancora ce ne fosse bisogno, quanto il (presunto) bene collettivo voluto dallo Stato vada spesso a braccetto col malaffare e irrida invece i diritti dei cittadini.
Lo spunto è quello della storia di Ripoli, comune situato nell'appennino bolognese qui traslato in un piccolo borgo sui monti dell'Abruzzo.
I lavori per ottenere un tunnel autostradale stanno mettendo in serio pericolo l'incolumità delle persone e l'esistenza stessa del paese. In questo luogo finisce Thomas, di professione rocciatore che per necessità decide di piazzare, al soldo di un subdolo faccendiere, prismi ottici per monitorare eventuali spostamenti del terreno.
Ammirevole nel voler raccontare una storia importante spesso ignorata dalle cronache (il tunnel è stato inaugurato nel 2014 nonostante il pericolo tutt'ora incombente) "Storie sospese" soffre una scrittura fragile riguardo i vari personaggi, per nulla sfumati, mai pronti ad evolversi ma reclusi in comparti stagni che ne fanno figure di un teatrino dell'indignazione facilona. Si salva parzialmente il protagonista, Marco Giallini non è al meglio, ma la sua faccia vissuta, abbinata a silenzi mediante i quali filtra il mondo circostante, riesce a trasmettere qualcosa di più accettabile rispetto agli altri interpreti, schiavi di caratteri irrealistici.
Chiantini guarda a Rosi, Petri, Damiani e compagnia bella, ma i maestri dell'impegno civile sono lontani anni luce. Il regista offre un film troppo semplicistico, dove lo sdegno è forzatamente imboccato e la redenzione del singolo, disposto all'uno contro tutti, edificata su passaggi mai significativi.