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THE SUICIDE THEORY regia di Dru Brown

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  22/01/2016 11:10:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Steven è uno spietato assassino, Percival un aspirante suicida. Sulla carta una coppia perfettamente combaciante, in cui il desiderio può essere soddisfatto dalla preparazione e dalla capacità. In realtà il corpo di Percival di tirare le cuoia proprio non ne vuole sapere, nonostante i tentativi di Steven siano tutt'altro che maldestri.
I giorni passano e gli sforzi si susseguono con la vittima designata a resistere non si sa per quale strano sortilegio; intanto i due uomini si conoscono sempre più e dal bizzarro rapporto professionale passano ad un accorto studiarsi dettato da forte curiosità, per poi giungere ad un'amicizia sicuramente stramba ma comunque sentita.
Alla base del tutto c'è un vissuto che ha lasciato profonde cicatrici, in Percival visibili anche dall'esterno, in Steven nel profondo del suo animo con sanità mentale in forte pericolo.
Tra leggerezze da commedia e toni ben più oscuri si dipana un rapporto basato sulla disperazione per la perdita, sul senso di colpa e sulle beffe che il fato tiene in serbo per noi comuni mortali.
Le "rivelazioni", in teoria piatto forte del menù, purtroppo lasciano indifferenti e spesso sono prevedibili con largo anticipo. Nessuna sorpresa quindi e nessuna forte empatia con i protagonisti anche a causa di scelte di cast a mio avviso non proprio azzeccate. La storia tende a trascinarsi e a girare a vuoto, si accelera solo quando il twist spariglia le carte in tavola, ma più che da un' impetuosa bufera il movimento è alimentato da un lieve refolo d'aria.
L'affanno percepito in "The suicide theory" sta nell'incapacità di sviluppare le tematiche messe in tavola con la dovizia del caso, o meglio, l'elaborazione delle stesse è molto didascalica e in alcuni passaggi oserei dire addirittura elementare.
Se non altro si guarda senza sforzo, ovviamente si dimentica nel giro di qualche minuto.