caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

A BLAST regia di Syllas Tzoumerkas

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  23/09/2015 11:13:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'essenza della pellicola è racchiusa nei primi minuti: il discorso che Maria fa alla sorella sulla spiaggia, poi il viaggio in macchina reso seccante dalle urla dei figli, ma soprattutto dall'allarme crisi di cui parla un giornalista alla radio.
La combinazione è devastante per la protagonista, appartenente a una famiglia medio-borghese senza grossi problemi con una piccola ma redditizia attività, a sua volta madre di tre pargoli e sposata con un marinaio che vede poco ma ama con l'impeto della grandi storie romantiche.
Perché Maria – un'intensa Angeliki Papoulia che il pubblico italiano probabilmente ricorderà nei film di Lanthimos- vive tutto con impeto e aggressività estrema, e non può accettare il fallimento, il disfacimento di tutto ciò che gli sta intorno e nel quale si è sempre crogiolata ritenendolo eterno.
La crisi devasta gli equilibri di un microcosmo incapace di difendersi dalla rovina imminente, Maria vede la sua esistenza solo come un grande bluff, e capace di far fronte ai problemi solo sino ad un certo punto crolla sotto il peso di responsabilità che fondamentalmente non riconosce.
Inadatta al ruolo di figlia, moglie e soprattutto madre, resta comunque aggrappata a un senso del dovere che la rende complice di un atto illegale, come a voler espiare i sensi di colpa che forse – non è dato sapere- giungeranno a tormentarla.
Il film procede svariando tra passato e presente, con una struttura frammentaria molto intrigante in cui gli stati d'animo più distanti si avvicendano come in un folle turbine emozionale.
Sylla Tzoumerkas affronta l'attualità di un paese messo in ginocchio dal dissesto finanziario con qualche eccesso violento, puntando con fermezza verso colpe antiche di genitori concentrati sull'oggi senza preoccuparsi di ciò che sarà. Dall'altro lato della medaglia un individualismo sfrenato da parte delle nuove generazioni, incapaci di coalizzarsi, di trovare una soluzione, pronti a ribellarsi ma in un modo che francamente equivale all'autoannullamento.