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LA TERRA DEI MORTI VIVENTI regia di George A. Romero

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Requiem     8 / 10  15/07/2005 20:10:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il ritorno di George Romero alla saga da lui creata è un gran bell'horror.
Il regista di Pitthsburg, a 65 anni, e a 20 anni dal terzo capitolo, continua e aggiorna la sua visione della società odierna, tramite il genere Horror splatter.
E ancora una volta, come negli altri casi, si serve degli zombi e di alte dosi di splatter per fare un film molto politico, e dire la sua opinione sulla società americana, e sopratutto sulla politica attuale americana.

A venti anni di distanza dal terzo capitolo, i morti viventi sono ormai in stragrande maggioranza sul pianeta terra , mentre gli uomini sono relegati sull'isola di manhattan, dove si è venuto a ricreare in piccolo un sistema analogo a quello precedente, dove i ricchi , i potenti cinici e i politici vivono ignorando tutto il resto e il resto degli umani vive in povertà rinchiuso nella città.

Ma i morti viventi con il passare del tempo hanno acquisito capacità intellettiva (e qui sta il ribaltamento rispetto ai capitoli precedenti) , hanno capito di essere solo dei bersagli, e di venire completamente ignorati. Gli uomini vivono nel loro sistema ricreato in piccolo, ed escono al di fuori solo per rifornirsi delle materie prime per sopravvivere.
E' chiaro allora l'intento critico di Romero, che vede l'errore della politica americana nella chiusura e nell'ignorare i problemi esterni al proprio paese, fino a che tutto si ritorce su se stesso.
Qualcuno ha definito il film di Romero "una pellicola no global".
Di sicuro si tratta di un lucidissimo sguardo sull'attuale politica americana.

"land of the dead" è un horror classico, fatto certo con un budget superiore ai precedenti, ma vicinissimo al cinema di serie B degli anni '80, radicale, estremo, molto splatter. E' un'ora e mezza di puro cinema di serie B in cui la tendenza generale del cinema horror degli ultimi anni viene completamente ignorata, come non fosse mai esistita. Non c'è digitale, ma solo effetti di Make Up squisitamente anni '80, tutti i classici effettacci alla Tom savini.

Romero, come John Carpenter, va per la sua strada, ignorando le mode attuali, e ritorna dopo tanti anni, con un altro bellissimo capitolo della sua saga sugli zombi, estremo e radicale, facendo finta che patetici remake dei suoi film, o inutili imitazioni, non siano mai esistiti.
Infine "land of the dead" riafferma l'horror come genere teorico, come genere politico, quello che lo Stesso Romero, insieme a Tobe Hooper e sopratutto a John carpenter, inventò.
Si astengando quelli che non sono cultori del vero horror, gli altri invece non possono perderlo. Tra l'altro anche il cast funziona abbastanza. Ottimo Hopper che incarna il cinico potente rinchiuso nel suo castello, e buonissimo anche il caratterista John leguinzano.

Purtroppo cinema di questo tipo è scomparso da anni, mi auguro in un ritorno anche degli altri citati autori , coetanei di Romero.


Requiem  15/07/2005 20:13:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dimenticavo di sottolineare che anche stavolta vi è la rituale comparsa dell'effettista tom Savini, che stavolta è uno Zombi.
paul  15/07/2005 20:40:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti Req, stasera ci sono anch'io. Keep scared!