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SUBURBAN GOTHIC regia di Richard Bates Jr.

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  13/04/2016 11:20:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi conosce il precedente lavoro di Richard Bates Jr. resterà esterrefatto nel notare il cambio di registro intrapreso dal filmaker. Dal morboso e delirante mondo di "Excision" si passa alla goliardia nera di "Suburban Gothic", commedia horror cesellata sulla bravura di Matthew Gray Gubler, adolescente in crisi causa mancanza di lavoro che torna all'ovile da mamma e papà. Il giovane attore sembra ammiccare un po' troppo al Johnny Depp più disimpegnato tra faccette, urla isteriche e atteggiamenti stravaganti, ma piace nella dimensione di ex nerd obeso, ancora alienato a causa del suo look eccentrico e dalla capacità di vedere cose solitamente negate ad occhi umani.
Assieme alla goth-girl Kate Dennings dovrà cercare di donare pace eterna ad un fantasma parecchio incavolato, in quella che è una storia tutto sommato lineare, a tratti oserei dire scontata, mentre la piacevolezza del girato è da ricercarsi soprattutto nell'interazione tra i protagonisti, in cui lo stereotipo provinciale diventa materia per giocare con brillantezza tra sketch e sequenze al limite del demenziale. Gustosi i siparietti con i genitori, da una parte l'amorevole ed inquieta casalinga Barbara Niven, dall'altra un padre ottuso e bigotto, interpretato dal grande Ray Wise, ormai presenza fissa nei lavori di Bates Jr.
Come nel precedente film c'è spazio per una divertentissima comparsata di John Waters, mentre la new entry è garantita dalla fugace apparizione delle trasgressive Soska Sisters.
Ad un esame più approfondito l'autore non perde di vista alcune punti fermi della sua (al momento breve) carriera: a parte la matrice horror e l'utilizzo di colori spesso sgargianti, torna la difficoltà di crescere e accettarsi, soprattutto dove l'eccentrico è emarginato a prescindere.
Gradevole, ma pesa l'assenza della brutalità allucinata e della freschezza visionaria di "Excision", qui sostituite da una struttura più semplicistica e di conseguenza meno sorprendente.