caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

INTOLERANCE regia di David Wark Griffith

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
barbuti75     8½ / 10  15/12/2010 18:01:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nessuno in un contesto amatoriale come il nostro di osservatori e apassionati di cinema dovrebbe avere il potere e la presunzione di giudicare, ma solo di esprimere una personale valutazione...questa promessa era dovuta per l'importanza che alcuni film hanno da sempre avuto storicamente nell'evoluzione dell'arte.
Griffith è un regista fondamentale per scoprire la scintilla che tutto fece iniziale quasi cento anni fa, ma sicuramente non possiamo negare a "Intolerance" tanti difetti che già chi ha recensito il film prima di me ha potuto notare.
Il film è lento e macchinoso in alcuni passaggi, e la sua particolarissima struttura sicuramente non ne fanno un prodotto di facile visione e consumo.
Il giudizio va quindi coniugato tra l'imprtanza storica del film e la sua effettiva resa odierna.
Il film continua a funzionare anche oggi, ma senza esaltare come il precedente "Nascita di una nazione". Infatti se per quest'ultimo si poteva gridare al miracolo, per questo "Intolerance" si grida al buon prodotto che innova il cinema per un montaggio alternato, finendo però con l'affossare la pellicola in certi frangenti, rendendo difficili legami, intrecci e connessioni tra gli episodi.
Analizzandoli singolarmente, "La caduta di Babilonia" è a mio avviso il migliore tra i 4 presentati, con scene di una epicità sconvolgente che verranno poi riprese con un grande omaggio nella "Cleopatra" di Mankiewicz.
"La passione di Cristo" getta le basi di tutti i film religiosi che verranno prodotti negli anni 20 e 30, influendo sullo spettatore con un coinvolgimento senza pari sino ad allora grazie all'utilizo di campi lunghi e tempi molto dilatati di narrazione.
Della "Notte di San Bartolomeo" purtroppo ci sono rimasti pochi frammenti, ma quelli risparmiati dal tempo ce lo presentano come un affresco della Francia rivoluzionaria dipinto dalla mano di un Raffaello della sceneggiatura.
Infine "La madre e la legge" racconta dell'intolleranza ai giorni nostri con l'occhio lucido di un grande osservatore della natura umana come Griffith era.
Gli anni passano, il 3D avanza, ma mentre fra 30 anni di Avatar non ci sarà più traccia, di Intolerance continueremo a parlare.
barbuti75  15/12/2010 18:03:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella seconda riga volevo dire PREMESSA e non promessa...scusate...errore di battitura tasto :-)