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LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO regia di Carl Theodor Dreyer

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amterme63     10 / 10  16/11/2006 23:07:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che non è facile commentare questo film. In base ai canoni estetici attuali non sarebbe proponibile. Se si supera questo impatto e lo si osserva attentamente ci si accorge di trovarsi davanti a un'opera d'arte della cinepresa.
L'80% del film è fatto di primi piani. E' come se l'obiettivo della cinepresa volesse scavare nei volti e nelle espressioni per potere arrivare direttamente al pensiero, all'emozione, al carattere del personaggio. Tutti volti segnati, chi dal tempo, chi dalla povertà, chi dalla stupidità, chi dall'orgoglio, chi dall'ipocrisia, chi dalla pietà … insomma un campionario di umanità vissuta, vera, senza abbellimenti estetici. Sono rimasto colpito dall'interpretazione dell'Eminenza, il grande persecutore di Giovanna. Perfetta! Le espressioni di severità, imperio, blandizia erano misurate ed efficacissime. L'essenzialità è anche nella scenografia, nuda e quasi angosciante.
Un discorso a parte va fatto per l'interpretazione di Giovanna. Costantemente sopra le righe, in preda a sentimenti intensissimi, fatti di dolore, paura, mestizia, dispiacere, voglia di rimanere sempre e comunque fedele a se stessa e ai suoi ideali. Estetica del dolore: infatti c'è sempre un tocco di "bellezza" nelle riprese di Giovanna, anche quando è in preda alla disperazione. L'interpretazione della Falconetti è sempre in bilico fra verità umana e accentuazione teatrale, ma alla fine prevale la forza intensissima delle emozioni che riesce a trasmettere con i suoi grandi occhi.
Io ho visto la storia come una grande metafora della lotta fra individualità e istituzione, fra verità dei sentimenti e verità rivelata. Non bisogna dimenticare che allora era l'epoca di Kafka e Pirandello. Si sentiva il gravissimo e illogico peso delle istituzioni sulla libertà individuale. Nel film i giudici cercano di ridicolizzare Giovanna, la umiliano nella sua"ignoranza", fanno sentire il peso della loro "autorità" e "sapienza", eppure Giovanna alla fine vince grazie alla forza del suo sentimento e alla voglia di credere nei suoi ideali. Una battaglia durissima che alla fine però rivela la solitudine e la durezza di un potere fondato solo sulla forza e arroccato su se stesso.

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Invia una mail all'autore del commento wega  12/07/2008 21:06:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accidenti complimenti per la recensione Luca. Personalmente non ho avuto il coraggio di dire una parola su quest'opera.
Ho saputo però, dal mio amico Mereghetti, che la versione di 85 min (questa) è quella da NON vedere..mi sai spiegare qualcosa a riguardo? Grazie. Certo che Dreyer in 40 anni ha fatto pochissimi film.

amterme63  13/07/2008 18:33:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sulla storia di questo film ci sarebbe da scrivere un libro. L'originale del film andò bruciato in un incendio e quindi possiamo dire che non esiste una copia "campione" che valga per tutti. Un po' come tutti i film del muto, in ogni nazione vengono tagliati, rimontati, messe didascalie diverse a seconda della lingua ... Poi questo film non ebbe successo commerciale e rimane confinato per tanti anni nelle cineteche, finché alla fine degli anni '50 un italiano non decise di rimetterlo nella sale cinematografiche, con musiche di sottofondo classiche, comunque in una maniera che venne sconfessata dallo stesso Dreyer (ancora vivo). Forse è questa la versione che Mereghetti sconsiglia. Poi alla fine degli anni '90 nella cineteca di Oslo fu trovata una copia che portava il timbro della censura danese precedente alla distruzione dell'originale. Questa copia è considerata quella più fedele all'originale ed è quella che si può vedere nei dvd o nei vhs.
Dreyer ha fatto così pochi film (ma TUTTI capolavori) perché nessun produttore voleva arrischiare i soldi per film, certo validissimi dal punto di vista artistico, ma che non davano alcuna garanzia di almeno riprendere i soldi spesi. Dreyer è il prototipo del grandissimo regista rigorosamente non commerciale e lui non ha MAI voluto cedere al business a costo di non lavorare.
Ma tu non l'hai visto questo film?
Invia una mail all'autore del commento wega  14/07/2008 10:29:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì sì l'ho trovato pochi giorni fa, lo cercavo da molto..pensa che c'ho sbattuto il naso per mesi, pensando fosse uno dei tanti su questa storia, diretti più recentemente, anni '60 al max, la copertina stessa mi dava questa sensazione e poi si trovava tra i scaffali delle pellicole mediamente nuove, dagli anni '80 in poi, e invece era proprio quello di Dreyer. Non ci credevo, ed invece è proprio il miglior film muto che ho visto finora, da vedere e rivedere senza stancarsi mai, veramente straordinario. Ciao, grazie.