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AREA 51 regia di Oren Peli

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     4 / 10  09/06/2015 11:11:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Deludente ritorno di Oren Peli dietro la mdp. Col sopravvalutato "Paranormal Activity" il regista israeliano aveva avuto il merito di creare una sorta di franchising di buon successo, con "Area 51" invece tocca il fondo, forse anche a causa delle innumerevoli traversie occorse per portare a termine il progetto. Fatto sta che definire questo suo secondo lavoro la summa del peggio del found footage non è esagerato. Tutti i difetti del filone sono qui riscontrabili, a partire da un'introduzione costruita sul nulla che si trascina dilaniando i maroni per quasi un'ora.
Protagonisti sono tre giovani che decidono di penetrare nella celebre e famigerata Area 51, non si sa bene per quale motivo. Si intuisce una certa ossessione da parte di uno dei bellimbusti, che tuttavia non viene mai indagata a dovere.
I ragazzi riescono ad eludere una sorveglianza risibile limitata a superficiali perlustrazioni da parte di un elicottero e ad una sparuta presenza di guardie armate; un po' pochino per uno dei posti considerati tra i più inaccessibili al mondo.
Con un po' di attenzione, delle tute riempite di freon per evitare i rilevatori di calore e qualche pasticca utile per abbassare il livello di ammoniaca il gioco - incredibile a dirsi- è fatto. Sospensione della credulità totale mentre i nostri penetrano nella base scendendo senza troppi problemi verso le viscere della stessa.
E qui si consuma l'apoteosi del vuoto pneumatico: zero momenti tesi e zero spiegazioni riguardo i segreti che sarebbero celati nell'area. Tutto si riduce ad una serie di corse a perdifiato tra corridoi, magazzini e uffici, e a una presenza aliena appena percettibile. I dialoghi già inconsistenti mutano in una serie di esclamazione facilmente intuibili e variabili tra: "Ma che ca.zzo...", "Cos'era?", "Cos'è stato?", "Attenti!", "Me.rda", "Via! Via!", "O mio D.io!".
E mentre la noia domina, praticamente provati dal tedio e dalla scemenza delle situazioni, si raggiunge sfatti un finale demenziale, ovvero in perfetta linea con la pellicola.