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EX MACHINA regia di Alex Garland

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  15/07/2015 11:13:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel debutto di Alex Garland (sceneggiatore e romanziere di buon successo) manca l'originalità, ma non scarseggiano i sentimenti, alimentati da solitudini estreme e al tempo stesso da passioni strazianti compresse in un contesto ipertecnologico e frustrante, posizionato nel bel mezzo di una natura selvaggia che è allettante emblema di libertà.
Quella di cui non dispone Ava, intelligenza artificiale sbalorditiva, creata da Nathan (notevole l'interpretazione di Oscar Isaac) , alcolizzato, egocentrico e indiscusso genio capace di inventare il motore di ricerca più utilizzato al mondo ed ora curioso di vedere come interagirà col mondo la sua ultima meraviglia. A questo proposito invita il brillante e sensibile Caleb, un suo dipendente, il quale dovrà sottoporre Ava al test di Turing (realmente inventato negli anni '50, in parole povere un criterio per capire se una macchina sia in grado di pensare autonomamente).
E' una fantascienza intimista e senza clamori, ben rappresentata dai locali spartani in cui si svolge questo ballo a tre. C'è il novello dottor Victor Von Frankestein e le sue aspirazioni quasi divine, il giovane dai buoni propositi e moralmente inattaccabile, tra loro si staglia il potenziale futuro sotto i lineamenti di una bella ragazza; con buona pace di una razza probabilmente destinata a diventare mero reperto archeologico.
Poca azione e molti dialoghi nel dare concretezza a caratteri affascinanti, messi in discussione da un'ambiguità di fondo che non tarderà a manifestarsi tra non detti e manipolazioni realizzate ad arte. Ci si interroga riguardo l'arroganza dell'uomo, dove possa spingersi per soddisfare il proprio desiderio di progresso ma soprattutto di onnipotenza. Senza dimenticare, nel caso di un'intelligenza capace di provare sentimenti uguali a quelli umani, quali saranno i diritti di cui questa disporrà.
Argomenti noti ma trattati secondo uno schema in felice crescendo, capace di generare tensione e in cui la catarsi è necessariamente amara e brutale.