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BLOOD TIES - LA LEGGE DEL SANGUE regia di Guillaume Canet

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hghgg     7½ / 10  19/10/2015 11:12:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un buon film, girato con mestiere e ben interpretato ma molto lontano da qualsiasi picco d'eccellenza. Nella valutazione filmscoopiana sarebbe da "7/7,5" mi butto sul generoso perché bene o male è un genere che mi "tira" sempre molto e ci sono un paio di scelte nel film che hanno fatto truffaldinamente alzare il mio gradimento; esempio principale la scelta delle canzoni nella soundtrack, estremamente "scorsesiana" (Mix di canzoni melodiche italiane, rock-blues, soul e r&b '60-'70, se ne discosta solo nell'apparizione di "Heroin" dei Velvet Underground ma anche lì il mio gradimento è ruffianamente schizzato alle stelle su quelle note). Addirittura se non sbaglio una delle prime canzoni è presente per l'appunto in "Goodfellas" del caro Marty.

Le similitudini con Scorsese comunque finiscono qui e con l'ambientazione nella N.Y. anni '70. Il ritmo e i tempi narrativi sono quelli lenti e dilatati dei polar e dei noir francesi così come l'atmosfera da perenne e ineluttabile dramma incombente; in pratica "Blood Ties" da bravo film franco-statunitense (produzione francese ambientazione americana) risulta come una sorta di ibrido tra il gangster movie americano e il poliziesco-crime europeo-francese. La stessa ambientazione, New York, non ha un briciolo del realismo e della vitalità dei film di Scorsese, funge solo da sfondo e non da protagonista ed è immersa in quella cappa "nebbiosa" di dramma inevitabile come tutti i personaggi del film. Non che sia ne un pregio ne un difetto ma volevo tentare nel sottolineare l'aspetto un po' "ibrido" del film.

Non c'è mai un momento di sdrammatizzazione, i personaggi sono sempre tristi, sempre cupi, sempre tirati o sempre incàzzati, il ritmo è pesante ma al netto di una sceneggiatura semplice-semplice anche abbastanza ben scritta ma di certo non eccezionale gli attori sono più o meno tutti bravi e la cosa aiuta non poco e Canet c'è da dire che alla regia è un mestierante che il suo lavoro lo sa fare bene ci sono due tre scene buone, qualche inquadratura molto riuscita e le rare accelerate sono convincenti, inoltre la sequenza finale riesce bene a costruire tensione e attesa nello spettatore, per quanto dall'esito molto scontato. Le interpretazioni sono generalmente misurate e molto sotto le righe, quasi che persino le liti e le sparatorie risultano di basso profilo.

Il cast è di lusso, talmente di lusso che si permettono di tenersi una Lili Taylor come personaggio "d'arredamento". Una che ha inanellato grandi interpretazioni in titoli come il mio amato "The Addiction" e ancora prima è stata una delle più convincenti in quel capolavoro corale incredibile che è "America Oggi" di Altman, uno dei film più belli di tutti i tempi, secondo il sottoscritto.

C'è il vecchio James Caan che è uno di quelli che ti fa sempre la sua parte col mestiere perfetto di un vecchio leone proprio del grande cinema americano degli anni '70. C'è un Clive Owen protagonista che a me non piace particolarmente ma che devo dire difficilmente interpreta davvero male un personaggio, ci sono dei momenti in cui è indubbiamente bravo ed è sicuramente in parte. Billy Crudup è convincente nell'interpretazione forse più misurata e sotto le righe di tutto il film, non strafà mai ma non sbaglia nulla, bravo nella bella (scontata ma ben diretta, ripeto) evoluzione finale.

Canet insomma va sul sicuro col cast, cosa confermata ulteriormente dalla seconda collaborazione, in un film diretto da lui, con la moglie Marion Cotillard e lui sa meglio di me che la consorte in una qualsiasi produzione francese e in simili personaggi drammatici-squallidi è una totale garanzia. E infatti la Cotillard è brava, come sempre. E recita col carnet raddoppiato, così aumenta la pagnotta portata a casa. Canet però mi deve spiegare una cosa... Ma come maledizione ti è venuto in mente di fare interpretare a tua moglie una italo-americana ? Dai... Dai... Dai, manco il celebre Heston messicano di "Touch of Evil". Tutto bene finché recita, semplicemente, in inglese ma verso il finale 'sta cosa della Cotillard italo-americana vogliono proprio sbattercela in faccia e lei se ne esce con due-tre dialoghi in italiano (assolutamente vederselo in lingua originale altrimenti non vale). Precisa eh, però NON SI SENTE PER NULLA che non è una italo-americana ma una francese che si è imparata (bene) tre battute in italiano. E ad un certo punto le esce fuori Willy, il giardiniere dei Simpson, quello della versione italiana. Stavo morendo. A parte questo dettaglio della Cotillard che parla italiano (comunque la ranocchietta è stata più brava dell'italoamericano Pacino che nei padrini per mettere insieme due parole d'italiano ha sudato otto camice, non di De Niro, italo-americano che si studiava e recitava i monologhi in siciliano) lei è stata certamente convincente. Oh per inciso, l'altra storica collaborazione tra la Cotillard e Canet è quella, entrambi come attori, in "Jeux d'enfance" nel 2003.

Convincente anche Zoe Saldana, nei limiti, mentre Mila Kunis recitando sempre molto misurata e sotto le righe evita di fare uscire i suoi limiti enormi d'attrice e alla fine non se la cava male anzi è certamente la sua prova più decente insieme a quella de "Il cigno nero".

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Molto convincente Matthias Schoenaerts invece, si vede poco ma caratterizza alla perfezione il suo personaggio, seconda buonissima interpretazione che gli vedo fare dopo quella, certo più consistente, al fianco della solita Cotillard ne "Un sapore di ruggine e ossa" gran bel film di Audiard.

In definitiva un valido film "di mestiere" con buoni attori, discreta sceneggiatura e sviluppo della trama, buona regia, stile ibrido, ritmo narcotico con accelerate brevi ma decisamente esplosive (su tutti la strage di Chris nel bar verso metà film), fotografia e scenografie perfettamente centrate per un film di questo tipo. Un lavoro non eccelso ma più che discreto, il mezzo puntello in più è per un paio di belle scene e le scelte "scorsy-style" nella colonna sonora.