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YOUTH - LA GIOVINEZZA regia di Paolo Sorrentino

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Matteoxr6     4½ / 10  05/06/2015 00:34:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sorrentino è un bravissimo regista: in senso stretto, tra i migliori. Se si decidesse a scendere e a dare fuoco alla pianta che si è disegnato su misura, avrebbe le potenzialità per diventare anche un grande cineasta. Purtroppo credo che non avverrà mai. È talmente palese l'autocitazionismo e il cavalcamento dell'onda La dolce vi...pardon, La grande bellezza, che non credo ci sia bisogno di dilungarcisi.
Premesso questo, mi sbaglierò (non pretendo di detenere la chiave della verità), ma l'ho trovato sinceramente commerciale; e su questo mi piacerebbe che qualcuno mi contraddicesse, così da poter ascoltare le opinioni altrui. Mi spiego meglio: in quello che dovrebbe essere la trasposizione di uno squarcio cruciale di vita di più personaggi con le loro preoccupazioni, perplessità, interrogativi e correlati sentimenti (ognuno con storie e motivi diversi), Sorrentino pensa bene di cucirgli addosso frasi fatte, dialoghi talvolta veramente banali (come quelli tra Caine e l'insulso Dano), ma soprattuto caratterizzazioni veramente poco vere (e qui avrebbe tutto da imparare da registi come Mike Leigh) che rendono tutta la sceneggiatura, nel suo insieme, assolutistica, e quindi in paradossale contrasto con le premesse di un film di questo tipo (e qui avrebbe tantissimo da apprendere da Terrence Malick). Ora vi chiederete cosa c'entri il termine "commerciale" in tutto questo. Con quel termine intendo dire che, in questo modo, si mettono allo spettatore in bocca insulsi aforismi che li faranno sentire intelligentissimi e sagaci non appena usciti dal cinema, invece di farli riflettere, insieme e con l'aiuto del film, su ciò che hanno visto, su ciò che la visione, un incrocio di prospettive, la propria e del regista, abbia suscitato in loro. Il cinema di questo tipo serve anche e soprattutto a questo, al di là delle carrellate di belle inquadrature, che certamente sarei stupido a sottovalutare come strumento d'arte.
Insomma, per me, sopra la bella patina, c'è poco da offrire e di cui esaltarsi per quelle due ore di autoreferenzialità. So che il mio voto potrebbe risultare eccessivo, ma per me il cinema deve essere prima di tutto sceneggiatura e recitazione (che qui è nella norma); dopo viene il resto. Qui c'è solo il bellissimo e decoratissimo resto.

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  05/06/2015 23:41:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordo su ogni parola
Larry Filmaiolo  08/09/2015 12:51:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molto condivisibile il tuo commento, aggiungo che la percezione del "commerciale" si ha specialmente da conoscitori di un certo tipo di musica, al momento dell utilizzo offensivo di un celebre pezzo dei godspeed you black emperor nella suddetta e delirante scena del monaco. Ma ho deciso che il film mi è piaciuto, più della grande beddezza, e non mi spiego esattamente il perché.
Matteoxr6  10/09/2015 23:58:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mah, non saprei. In realtà ne "La grande bellezza" ci sono dei limiti comuni, ma la tua pendenza più per uno che per l'altro potrebbe dipendere anche dal tipo di storia raccontata, dagli attori, da gusti personali, etc...
Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  05/06/2015 23:41:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordo su ogni parola