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YOUTH - LA GIOVINEZZA regia di Paolo Sorrentino

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Rollo Tommasi     8 / 10  27/05/2015 23:47:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A parte alcune smagliature (vedere in SPOILER) ed il cammeo con le "controtrippe" del sosia di Maradona, il film di Sorrentino ci fa respirare grande cinema tra i polmoni verdi della splendida cornice paesaggistica alpina della Svizzera, il vero convitato di pietra e roccia di Youth.
Non fa rimpiangere le nostalgie cupe de La Grande Bellezza, perchè anche Youth è una metafora dell'ansia di vivere che pervade gli uomini, scolpita nella paura del protagonista Bullinger, quella di essere dimenticato perfino nella memoria delle persone a lui più care.
Rispetto al precedente lavoro, meno virtuosismo estetici e più coralità tra i personaggi.
Recitazione non inferiore alle attese: Keitel quasi commovente, recita dentro ad un personaggio pulsante di vita ed autoironia, romantico e sognatore (che crede ancora nel Cinema e si professa un adoratore della finzione); Caine inappuntabile ed irremovibile nella sua apatia, compone musica ovunque, anche strofinando cartine di caramelle, e si avvia verso una candidatura ai prossimi Premi Oscar; Jane Fonda (che tramanda la Verità distruttiva) e Rachel Weisz risultano comprimarie di pura bravura; forse, il personaggio più ambizioso ed al contempo stonato del cast è il regista indipendente Paul Dano, cui Sorrentino affida le chiavi di interpretazione del film ma spesso con dialoghi affettati e soluzioni stilistiche a dir poco kitsch.
La vita è una lenta discesa negli Inferi, come sembra rappresentare la scena della sauna sfocata di rosso che rievoca un'immagine del Dorè, e la vera spaventosa Morte non è il congedo, ma l'attimo esatto prima della fine, lo sfacelo.

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