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SIMON DEL DESERTO regia di Luis Buñuel

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Ciumi     9 / 10  23/07/2009 20:05:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come Gesù digiunò quaranta giorni nel deserto, visitato dal demonio e provocato dalle sue tentazioni; Simon, monaco eremita, sopra una colonna alta venti metri che l'avvicina (neanche troppo) a Dio, decide di sposare la causa dell'ascetismo, dedita alla preghiera, alla meditazione, alla penitenza. Ma il diavolo lo proverà a persuadere in tutti i modi, mettendo in atto una serie d'immaginosi travestimenti.
Metafora altissima, dietro la sua tunica di parodia blasfema. Traversata dai suoi preti ambigui, dai suoi poveri malvagi, dal surrealismo dei simboli. Lo stacco spaziotemporale che catapulterà Simon a tracannare alcolici in una discoteca di New York (neanche in "2001 Odissea nello spazio" di Kubrick si oserà fare tanto) è il più arduo e spiazzante che si sia mai visto. Rimasto incompiuto, appare a mio avviso (spesso in arte bozzi e frammenti sono migliori dell'opera finita) un'alta satira contro l'ottusa austerità di alcune pratiche cattoliche, compiuta e spassosissima.

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pier91  22/03/2012 20:49:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"spesso in arte bozzi e frammenti sono migliori dell'opera finita"
E' proprio così.
(Molto bella la recensione)
Ciumi  26/03/2012 11:10:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti, se Bunuel avesse potuto terminare il film come lo aveva progettato non credo che avrebbe avuto lo stesso impatto. Il finale così brusco dà un senso asimmetrico al film, è una specie di violenta sentenza al monaco dopo averlo ridicolizzato a lungo.. poi ho sempre avuto un debole per le opere frammentarie o incompiute.
(grazie)