caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SIMON DEL DESERTO regia di Luis Buñuel

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  12/12/2008 16:48:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccezionale, quanto semplice, monumento surrealista. Bunuel, espulso dai Gesuiti in cui stava terminando gli studi, terminandoli da laico, pensò a questo soggetto fin da giovane. Il film inizia il 6° giorno della 6a settimana del 6° anno, in bilico tra blasfemia e cattolicesimo, con un protagonista, Simon, su una torre a 20 metri d' altezza; non troppo in alto, ma non del tutto in basso, in una posizione spaziale che è la metafora di tutto il film. Continuamente provocato dal Diavolo, impersonificato da una figura femminile, più volte, in diverse sembianze, proprio come vuole la tradizione, Simon vive nel deserto che è il simbolo di una devozione all' esistenza priva di risorse, in completa contrapposizione all' improvviso catapultamento della vicenda nel XX secolo, in un ormai fiorito centro newyorkese, dopo l' ennesima tentazione della carne. Un bel B/N per una regia tendente al barocco con dei bellissimi movimenti di macchina. Alcune sequenze sono indimenticabili. Sarà anche incompleto, ma si vede che è una meraviglia.