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SIGNS regia di M. Night Shyamalan

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-Uskebasi-     9 / 10  08/04/2010 15:34:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
M. Night Shyamalan è uno dei pochi registi che letteralmente divide giudizi sia di pubblico che di critica. Personalmente credo che ogni suo film nasconda un messaggio nitido, che in pochi però riescono a cogliere. Il modo in cui arriva a questo messaggio può essere più o meno discutibile, più o meno piacevole, ma indubbiamente una volta colto, ogni suo film può essere considerata una piccola perla. Questo film ci dice che le coicidenze non esistono. Ce lo dice esplicitamente in quella che è la scena madre del film (e forse la migliore) in cui i 2 fratelli osservano le misteriose luci alla televisione, dialogo sensazionale. Ce lo sussurra nel resto del film con collegamenti sublimi: le frasi deliranti della moglie utili a Merril nel finale, la mania di Bo di lasciare bicchieri per tutta la casa che uccideranno l'alieno, l'asma di Morgan che lo salva dal veleno del nemico. Il tutto legato magistralmente al protagonista (un grandissimo Mel Gibson) che ritroverà la Fede perchè riuscirà a "vedere" tutto questo. Le coincidenze non esistono, c'è un piano superiore.

Indescrivibile la bellezza della parte in cui Graham racconta ai figli il momento della loro nascita nel momento più brutto, nel momento dove tutto potrebbe finire. Questo film è un vero capolavoro, un capolavoro sottile che non tutti comprendono, ma che per questo lo rende ancora più speciale.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/03/2011 12:17:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esatto questo film è un capolavoro...purtroppo per pochi. Devi comunque ammettere che è molto appagante rientrare tra i pochi fortunati che sono riusciti ad andare oltre ad un cerchio di grano o ad un'invasione aliena. I segni sono altri...purtroppo quasi mai è possibile comprenderli e soprattutto accettarli.
-Uskebasi-  04/03/2011 14:26:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo puoi dirlo forte. Molte delle cose che amo non vanno per la maggiore (soprattutto in musica), e questo non è che mi rende felice, ma strafelice. Mi piace pensare che in quel preciso momento sia l'unico a provare quell'emozione, rendendola ancora più speciale.
Su Signs proprio ieri parlavo con un mio amico che diceva che era tra i film più brutti che aveva mai visto. Io non confermavo ma nemmeno cercavo di spiegargli la verità del film, così da non rischiare di allargare quella cerchia dei pochi fortunati che come dicevi sono andati oltre. In tutti i film di Shyamalan che ho visto c'è un messaggio chiaro che lui ricopre con cose, alcune volte eccessive o ridicole, quasi a sperare che non lo colgano tutti. Forse ragiona come noi...
Quando puoi commentalo anche tu.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/03/2011 15:51:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non si tratta di sentirsi alternativi o meno. Io non voglio e non mi sento diverso dai miei simili. Anzi parafrasando la frase finale di un film -la vera felicità è condivisione-. Credo che il più delle volte sia più semplice guardare la superficie delle cose, osservare e commentare ciò che il nostro occhio vede senza alcuna interferenza di quella componente cerebrale,spesso scomoda, che dovrebbe sempre essere vigile in ognuno di noi. La superficie è il punto di osservazione migliore, ma purtroppo anche il meno appagante. M.N. Shylaman è sempre stato uno dei miei registi preferiti(poi ha creato L'ultimo dominatore dell'aria) proprio perchè il senso impresso nelle sue opere è un premio per tutti coloro che hanno la voglia di addentrarsi nelle profondità dei suoi concetti. "Signs" in primis è un'opera colossale, un piccolo capolavoro che ha il pregio o la sventura di non essere di facile comprensione per tutti coloro che fanno della superficialità il loro modo di concepire il cinema. Ogni più piccolo e (apparentemente) insignificante dettaglio, compresa una mazza da baseball appesa al muro è in realtà una piccola pennellata che a poco a poco darà forma e colore all'opera che sta prendendo vita sulla tela. Un magnifico disegno! Io non sono credente, ma i segni di cui il regista parla non sono minimamente riferiti ai cerchi nel grano, anch'essi in superficie e quindi di facile visione. Ne tantomeno a un fantomatico omino verde venuto chissà da dove. I segni sono qualcosa che va aldilà della nostra più mera comprensione, sono disseminati alla rinfusa intorno a noi, tanto da averci indotti a credere che esista una parola come casualità. Alcuni di loro vivono con noi. Altri gli abbiamo subiti e non riusciamo a farcene una ragione. Ma tutti con l'unico scopo di condurci verso quello che il nostro percorso. Come vedi non ho parlato di Dio, ma è proprio al suo disegno che il regista si riferisce. Un disegno che mostrerà quanto di poco casuale esista in tutte le situazioni, belle o brutte che in qualche modo segnano la nostra esistenza. Se ancora non l'hai visto ti consiglio anche the village, opera che io ritengo la seconda migliore di questo regista. La cosa che mi fa sorridere è che ancora la maggior parte delle personE sono convinte che sia un film horror. Ciao e a Presto.
-Uskebasi-  04/03/2011 21:09:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido dalla prima all'ultima parola che hai scritto.

Certo che l'ho visto The Village e l'ho già commentato con un 9, dei suoi film credo mi manchi solo L'ultimo dominatore dell'aria, e anche se so che non è un granché lo guarderò presto.
Ci sentiamo.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  04/03/2011 22:28:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho risposto anche al tuo commento riguardante The Village...L'ultimo dominatore dell'aria personalmente mi ha molto deluso. Ho visto il declino di un regista, non dietro la macchina da presa dove anzi è molto migliorato,ma purtroppo dietro la stesura della storia stessa. Mi è molto dispiaciuto....
-Uskebasi-  05/03/2011 20:49:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pier, il tuo commento a E venne il giorno è magnifico. Uno di quei commenti che addirittura vanno oltre il regista, nel senso che forse Shyamalan non aveva nemmeno pensato ad alcune cose che hai scritto, ma tu le hai colte valorizzandolo ancora di più.
Ancora non posso sapere benissimo i tuoi gusti, ma permettimi di chiederti se hai visto The Road, e in caso negativo te lo consiglio.
Non è fatto con simbolismi o metafore che uno deve scavalcare, ma in profondità nasconde un amore immenso. In superficie è pura desolazione, tanta desolazione da allontanare molti spettatori, ma se ti ho inquadrato sei uno che come me potrebbe stare costantemente con gli occhi lucidi.

Ho scritto qui per non aprire 2 argomenti dall'altra parte.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  06/03/2011 15:59:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si ho visto The road, il film mi è piaciuto anche se ad essere sincero la vera sorpresa per questa pellicola è rappresentata da una grande interpretazione di Viggo Mortensen, tanto che pensavo l'avrebbero candidato come miglior attore protagonista. Onestamente io in questo film non c'ho visto amore. Quantomeno la protezione di questo padre verso il proprio figlio l'ho interpretata come una "castrazione" del vero significato di umanità. Lo stesso paesaggio apocalittico lo vedo come una metafora di quello che sono i nostri sentimenti, più che il frutto di chissà quale catastrofe. I sentimenti umani hanno le fattezze di una landa desolata, dove uomini si nutrono della carne di altri uomini e dove ormai la fiducia nel prossimo è divenuto un lusso alla stregua di cibo e acqua. Credo che il personaggio di Viggo sia la rappresentazione di quella che è la dottrina che vige per la maggiore tra gli uomini; non avere fiducia in nessuno. Secondo me il regista voleva semplicemente dire che nessuno può farcela da solo, pur credendo di avere una direzione nella vita che lo condurrà verso la salvezza. Emblematica è la scena in cui durante il loro viaggio, da soli, troveranno un piccolo "paradiso" all'interno di un magazzino sotterraneo. Un giorno, la loro felicità ,apparente, sarà rotta da il rumore di un cane. Fuggiranno
, timorosi di divenire il prossimo pasto di qualche essere senza scrupoli, salvo poi scoprire, nell'amaro epilogo, che senza tutto quel sospetto, tutto quel rancore e tutta quella poca fede riposta nel prossimo sarebbero stati condotti verso la salvezza. La speranza riposta nel finale è riposta verso le future generazioni . Se riusciranno ad abbattere il muro che secoli di storia ha elevato dividendo l'umanità, possono ancora riuscire a salvarsi.
-Uskebasi-  06/03/2011 22:51:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sull'interpretazione da oscar di Mortensen l'ho scritto anche io, e molti sostengono che The Road non sia stato candidato a nessun oscar perchè non conveniva, causa il troppo pessimismo.

A risentirci.