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IL FANTASMA DELLA LIBERTA' regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento wega     8½ / 10  14/10/2009 22:01:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scritto con il fedelissimo (me pare) Carrière e degno proseguio della Via Lattea togliendone l' elemento itinerante - ma altrettanto grottesco e surreale -, Luis Bunuel continua la strada sulla struttura episodica (circa 11, dipende dai punti di vista), con ogni segmento che va ad influenzare quello successivo. Si arriva a delineare lo sguardo di Bunuel come quello di un entomologo, totalmente disinteressato alla psicologia dei suoi personaggi, interessato invece ad osservarli (come insetti o cavie da laboratorio, o come la gallina, lo struzzo ad inizio pellicola, o l' ultimo "soggettivo episodio" degli animali allo zoo) e studiarne i loro comportamenti. Non c' è logica, c' è nonsense e al di là delle classiche critiche alle istituzioni, ai simboli nazionali (di qualunque nazione si tratti; vedi ep. delle foto), all' esercito, alla famiglia, alla Chieda e alla Libertà tanto cara ai surrealisti (da lì il titolo "Il Fantasma della Libertà" appunto) forse, per la prima volta, il regista spagnolo muove una critica a se stesso. E al surrealismo stesso: anche se nel '54, quindi 20 anni prima, Bunuel dichiarò "Fu il surrealismo a rivelarmi che nella vita c' è un senso morale che l' uomo non può esimersi dal considerare. Per mezzo suo ho scoperto per la prima volta che l' uomo non era libero. Io credevo nella libertà totale dell' uomo ma con il surrealismo ho conosciuto una disciplina da seguire". Comunque, gran penultimo film.