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MIA MADRE regia di Nanni Moretti

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The Gaunt     8 / 10  24/04/2015 22:41:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mia madre rivela una certa complementarietà a La stanza del figlio. Il lutto è improvviso ed inaspettato come repentina è la perdita di certezze e la difficoltà di elaboralo. In Mia madre il lutto, la perdita è ineluttabile e certa ed il film è una lunga praparazione e una dolorosa elaborazione dell'inevitabilità. Una certezza che crea disorientamento, produce dei flash onirici che si ripercuotono sul quotidiano, smarrendo sicurezza dei propri mezzi. Nella sua ricerca di rappresentare la realtà nell'opera di finzione tutto sembra finto e smorzato, non si vuole andare dentro la realtà per non spettacolarizzarla ma anche l'eccessivo distacco, il "rimanere a fianco", risulta altrettanto artificioso dove il guitto Turturro galleggia come un alieno, più finto del finto, maschera che trascende il reale inventando curriculum fasulli per nascondere le sue insicurezze.
E' un film sulla perdita, non solo degli affetti, ma la perdita di ruoli e funzioni, di codici e linguaggi, a cui bastano pochissimi frammenti di scaffali vuoti e libri inscatolati a far percepire sulla pelle il senso proprio della perdita. Ho avuto l'impressione che Moretti stesso si sia sdoppiato nei personaggi di Margherita e Giovanni (intepretato da lui stesso). Se Margherita è il suo alter ego principale, da un certo punto di vista lo è anche Giovanni, una versione più consapevole e matura di Margherita stessa (e probabilmente del Moretti reale) della perdita imminente ("Margherita, mamma sta morendo). L'accettazione dell'inevitabile.