pier91 8½ / 10 09/05/2012 01:59:12 » Rispondi Il finale autentico del film lascia una profonda tristezza. Non il sentimento convenzionale che si esaurisce in una posa delle labbra, ma la consapevolezza scavata di un'umanità dozzinale. L'ironia grottesca che pervade il racconto rende la visione lancinante. La crudeltà è ridefinita in una terribile forma di tenerezza, un impulso vile e precario di solidarietà per il debole. Antonio ne è la personificazione. La mono-espressione sorniona di Tognazzi appiattisce perfettamente le azioni del personaggio, tanto che non vi non si riconosce né il bene né il male, ma solo l'immenso del ridicolo.