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RIFLESSI SULLA PELLE regia di Philip Ridley

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Febrisio     8 / 10  21/06/2011 19:23:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo la prima scena avevo una gran voglia di spegnere la tv, ma l'indice mi oppose resistenza. Riflessi sulla pelle è una visione dal punto di vista di un ragazzino di un mondo scenograficamente ed emotivamente statico.

Il paesaggio ben fotografato saturo in colori, non troppo luminoso, in controtendenza con la sua atmosfera cupa, fa da contorno alla vicenda del giovane Seth. Un bambino che dovrà crescere in solitaria, ascoltando gli abitanti bislacchi ed egoisti di una silenziosa e qualunque campagna. Un silenzio che sembra stordire quest'ultimi, rendendoli incapaci di ascoltare se non loro stessi. Una volta sentii che un bambino cresce con gli abitanti del suo villaggio; con quelli che incontra, che lo salutano, quelli che gli sorridono, quelli che alla cassa del negozio gli aggiungono una "caramella senza saldo", quelli lo accompagnan per un tratto di strada e gli raccontano il fatto quotidiano. Dalla prima scena, la spensieratezza, all'ultima, la disperazione, si percorre un processo di maturazione a cui manca un filtro per sorbirla; l'adulto. Lo spettatore accompagnato dalle ottime musiche e alcuni momenti morti, schierato nettamente dalla parte del bambino, non potrà che indignarsi.

La regia di Ridley riesce a dare un senso, avendo il grande pregio di inserire e pesare diverse scene simboliche in modo un poco grossolano, ma altrettanto "grezze di poesia", che allo stesso tempo indicano allo spettatore cosa e come interpretare. Tra queste evidenzierei quella con le tre foto del fratello. Il fatto di riuscire a comunicare questa sensibilità, è come se per un attimo la cedesse allo spettatore, e gli desse l'onore, o meglio l'orrore, di provarla sulla propria pelle. Riflessi sulla pelle.