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LA FONTANA DELLA VERGINE regia di Ingmar Bergman

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elio91     8 / 10  19/03/2011 14:23:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bergman torna al medioevo ambientandovi una storia che come suo solito tocca un pò di tutto tra religione e fede,vendetta e razionalità.
Laddove Il Settimo sigillo era omogeneo e allegorico anche La fontana della vergine mantiene tratti simbolici forti ma che diventano oscuri e criptici da capire; inoltre la pellicola mantiene per buona parte della sua durata la sensazione che i suoi personaggi e il senso del film stesso stiano preparandosi ad un rito che dovrà succedere nel finale (cosa verissima che accade),ovvero una preparazione per qualcosa che deve avvenire incarnato alla perfezione dal personaggio di Von Sydow,cieco vendicatore dalla furia divina e mitica.
Rimangono impresse l'irrazionalità e le pulsioni dell'uomo contro la castità e la purezza della vergine del titolo,e anche l'irrazionalità dell'uomo di fede di fronte a Di0. Non c'è comprensione per gli accadimenti brutali che si svolgono con brutalità nel mondo,ma c'è il rito purificatore del padre che si abbatte come una furia sugli assassini della propria figlia (anche contro coloro che non lo meritavano perché innocenti per antonomasia).
Eppure quella fontana sgorgante alla fine rimane criptica,inspiegabile per molti. Anche la divinità di fronte all'uomo è mistero,ma inginocchiarsi di fronte ad un segno divino significa che qualcosa c'è a cui l'uomo può rivolgersi.
Un vero e proprio salto della fede per Bergman in Di0,e lo fa compiere ai burattini della vicenda che racconta con una maestria registica di rara bellezza visiva.