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INSURGENT regia di Robert Schwentke

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sev7en     3½ / 10  03/04/2015 07:41:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella Chicago post-apocalittica di Veronica Rouch, Tris e Quatro continuano la loro fuga dagli Eruditi, alla ricerca di risposte che solo rievodando artefatti del passato potranno avere risposta...

Dopo il primo episodio, probabilmente non entuasiasti dei risultati al botteghino, Red Wagon Entertainment e Paragon Studios cambiano molte pedine sulla scacchiera a partire dal regista, ora Robert Schwentke, decisamente piu' votato a film "introspettivi" che action (Flightplan, la serie Lie to Me) ma qui irriconoscibile.
Resta il cast conosciuto nel primo Divergent e continuano a persistere tutti i problemi evidenziati nel corso dall'opera prima, ma procediamo con ordine:
Insurgent e' il secondo dei quattro film previsti per chiudere la trilogia in quanto l'ultimo sara' ripartito in due parti (un copycat di Hunger Games… nuovamente) e in questa Chicago a tinta unica, fotografia deplorevole al pari di Automata, narra le gesta di un manipolo di diversi, alla ricerca di una propria identita'. Nel secondo capitolo ci saremmo aspettati il chiarimento di molti punti rimasti in sospeso, un'analisi introspettiva piu' accurata dei personaggi, un approfondimento di quelli che sono i legami, e i non legami, tra una casta e l'altra ponendo enfasi laddove i titoli di coda avevano bruscamente tagliato tutto.
Il risultato, invece, e' un action movie che ricorda molto la serie GJ Joe (meglio non scomodare il film… fortunamente non si raggiungono tali abissi) in cui si corre e si spara, ogni tanto ci si ferma a riflettere ma nel momento in cui si sta creando quell'intimita' spettatore/attore, quel feeling necessario a far innamorare o immedesimare, accade qualcosa e si torna nuovamente a correre, chiarendo anche il perche' i nostri abbiano tutti corpi da 100metristi.
Il regista, quindi, sembra essere solo omonimo del film-maker dietro l'inquietante Flightplan ma anche del profondo Lie to Me, una serie che piu' di ogni altra ha mostrato come nei dettagli, nei micro-movimenti, si insidino le differenze… e nel nostro caso le divergenze.
Gli attori hanno una resa identica al primo episodio, come se avessero girato entrambi nello stesso periodo: i cattivi sono cattivi e basta, niente storie passate a giustificare la loro indole e una reale motivazione a validare la loro profonda "bastardaggine", i buoni invece sono tutti gli altri, alcuni ascrivibili al periodo dei figli dei fiori (come un Steve Jobs in epoca Nirvana) altri meno buoni ma pur sempre giusti rispetto a chi vuole imporre un regime dittatoriale.
Non e' necessario fare l'appello dei singoli protagonisti, purtroppo la mediocrita' e' una parametro spalmabile ovunque e quella sensazione di film tanta azione e poco cervello finisce per infastidire troppo.
L'opera quindi fallisce miseramente laddove i "competitors" hanno invece creato una solida base su cui costruire seguiti e spin-off. Giunti quindi al giro di boa viene da chiedersi: sarebbe il caso di un terzo capitolo subito o… saggiamente, di concedersi qualche anno sabbatico, e sondare/capire come renedere al meglio un best seller di caratura internazionale? Alla seconda, la nostra risposta.
Dom Cobb  15/04/2015 21:53:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dire che Robert Schwentke è votato a film introspettivi non credo che sia esatto: in fondo, stiamo parlando del regista di Red e R.I.P.D.