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UNA NUOVA AMICA regia di François Ozon

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  28/03/2015 01:51:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nuovo film di Ozon si perde in un artificioso melange che non riesce a trasmettere l'acuta dissacrazione anti-borghese di "Nella casa" o "Giovane e bella", finendo per impoverire uno script che avrebbe potuto essere penetrante e in fin dei conti sembra in verita' piu' conformista di quanto si creda. I primi quindici minuti sono da 8 tondo tondo, l'amicizia di una vita rievocata in maniera cosi struggente e poetica da lasciare il segno. Successivamente, c'e' spazio solo per il voyeurismo Camp, e una scena di sesso transgender tra David en travesti e la protagonista che restera' citato a lungo nei rotocalchi. Ma nulla che non abbiano gia' raccontato Almodovar o ancora di piu' Fassbinder qualche decennio fa. Ozon e' un cineasta capace di picchi poetici assoluti (pensiamo a"Ricky", inompreso capolavoro), o di sorprendenti commedie noir (il favoloso "Les amants criminels"), ma le logiche dell'ambiguita' umana, maschile o femminile, sembrano piuttosto obsolete e fuori tempo rispetto ad epoche in cui c'era spazio e necessita' di stupire. "Una nuova amica" fatica a non scadere nel ridicolo, diventando alla lunga stremante come un film di Liliana Cavani. E mentre sentiamo Romain Duris fare un improbabile metafora vegetale ("Io ero nato da un cavolfiore" ma per favore) e ascoltiamo l'ennesima Maria Callas permane la sensazione che quei 15 minuti iniziali si siano proprio persi per strada. O nella borsetta dove il vedovo "travesta" nasconde i suoi trucchi