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DEAD LIKE ME - STAGIONE 1 regia di Scott Winant, Kevin Dowling, Peter Lauer, James Marshall, Robert Duncan McNeill, David Grossman, David Straiton, Helen Shaver, James Whitmore Jr.

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hghgg     7½ / 10  03/04/2015 13:22:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Fuller pre-"Hannibal" mi mancava, scoprirlo è stato un piacere. Il Fuller di "Hannibal" è certamente più drammatico, truculento e più maturo nella scrittura ma purtroppo anche più verboso a volte inutilmente intricato e cervellotico seppur capace di creare puntate di qualità assoluta. Quello che nel 2003 creò "Dead Like Me" era proprio un'altra cosa (che non vuol dire "migliore" vuol dire "un'altra cosa" che poi i fan di "Hannibal" mi sbranano vivo).

Qui siamo di fronte ad una palesissima Black Comedy che scherza e si prende gioco dei cliché sulla morte e i tristi mietitori di nero vestiti con falce e mantello. Non mancano, ovviamente, momenti drammatici e più che altro malinconici ma sempre trattati con gusto e una leggerezza di fondo che non abbandona mai la serie, nemmeno nei momenti più tristi. Per il resto è una serie molto umoristica (black humor a go-go ma vista la trama cosa mai potreste aspettarvi di diverso ?) e anche parecchio divertente, almeno in questi primi 14 episodi.

Certo gli sceneggiatori trattano bene l'evoluzione "a distanza" del rapporto tra la protagonista, una volta divenuta "assistente della Morte" e la sua famiglia che deve superare il lutto per la sua scomparsa, trattando la nuova esperienza ultraterrena di George(a), la protagonista appunto, come fosse un elemento di crescita e maturazione. Ok bene. Ma ripeto è tutto filtrato da tanto umorismo e molti momenti divertenti.

L'intento comedy poi è chiaramente anticipato dagli spassosi titoli di testa, gli unici momenti in cui vediamo questi "assistenti" agghindati nel tipico "look" con mantello, cappuccio e falce impegnati in situazioni quotidiane in mezzo ai vivi (i due che giocano a basket e esultano dopo un canestro mi hanno sempre fatto ribaltare),accompagnati dal motivetto, un po' irritante a dire il vero, scritto da quello sbirro di Stewart Copeland autore di tutte le musiche della serie.

Ottima la caratterizzazione dei personaggi, davvero ottima. Questa è, nonostante i temi trattati, una black comedy semplice a cui servivano personaggi immediati ma ben scritti, divertenti ma solidi e secondo me ci sono tranquillamente. Rube a mio avviso è il personaggio migliore, classico capo carismatico, mentore severo ma affezionato alla protagonista, saggio, senza peli sulla lingua e decisamente divertente (aiuta il doppiaggio, lo stesso di Leslie Nielsen per dire). Personaggio semplice, facile facile ma assolutamente efficace nel contesto e nelle intenzioni della serie. Bellissima la puntata del cuoco.

Così come Mason personaggio "comico" per eccellenza, "buffone" ufficiale del cast, costantemente strafatto ma irrimediabilmente simpatico. La cosa migliore però è stato scoprire come è morto ahahah (non ve lo dico, è troppo bello scoprirlo da soli, che còglione ahahah).

E l'irritantissima Daisy che a dire il vero non è riuscita ad irritarmi nemmeno per un secondo (il ritmo della serie e delle puntate e delle battute ti fanno riuscir simpatici tutti i personaggi in un nanosecondo) prima del suo (scontato) percorso d'evoluzione che la fa scoprire più malinconica del previsto, con apice nelle puntate dell'archiviazione dell'ultimo pensiero delle anime prelevate e nella puntata chiamata "Nighthawks" che guarda il caso è uno splendido e malinconico acquerello notturno, forse la miglior puntata, che si svolge in buona parte nel locale di Waffle dove il gruppo di non-morti-mietitori è solito riunirsi e, ma guarda un po', è citazione-omaggio ai dipinti di Edward Hopper (in uno di questi è ritratta proprio... Daisy, a quanto pare) e guarda un po', ci sono due comparse che pigliano pari pari le due figure sedute al bancone di "Nighthawks". Troppo facile però fare una bella puntata basandosi sui dipinti di Hopper, è come giocare alla lotteria conoscendo già i numeri che verranno estratti. Preferisco la puntata dell'archiviazione, genialoide e divertentissima, con punta malinconica finale.

Anche Roxy è un bel personaggio, con il suo stressante lavoro diurno di vigile urbano; epico quando si incàzza e toglie momentaneamente l'anima al tizio, le conseguenze ? Tutte da ridere. Pure Betty era un buon personaggio ma ho l'impressione che all'attrice sia sopraggiunto qualche altro impegno perché il suo addio è stato decisamente improvviso, secco e forzato, boh.

La stessa protagonista, per essere il personaggio di una diciottenne non-morta con ovvi complessi e turbamenti (potenzialmente una rottura di pàlle abnorme) risulta simpatica anche grazie all'interpretazione di Ellen Muth che riesce a dare credibilità e freschezza al personaggio, ottimo anche il resto del cast, perfettamente calato nel tono di purissima (Black) comedy della serie. Tante cose divertenti già solo questi "mietitori" corporei che si aggirano intorno a noi e devono pure trovarsi case a sbafo e un lavoro diurno perché "nessuno li paga per prendere le anime" è un'idea forte che funziona a meraviglia. oppure ancora bast pensare al modo in cui muore la protagonista (più Black Humor di così...) E poi quasi tutte le puntate sono davvero molto divertenti, la regia è scorrevole, dal ritmo ben studiato, non annoia mai e non fa mai calare l'attenzione, le 14 puntate si divorano in un baleno.

Mi è piaciuta anche la parallela (rispetto alla avventura most-mortem di George) elaborazione del lutto e conseguenze varie della sua famiglia anche se non è una parte interessante come quella riguardante il lavoro di George e dei suoi colleghi e amici mietitori. Diciamo che è perché "Dead Like Me" va più forte nella commedia che nel drammatico e dalla parte "famiglia della protagonista" gli unici spunti di vera Black Comedy li da la traumatizzatissima sorellina della protagonista, con il suo albero di... Non vi dico cosa o tanto vale che vi dicessi prima la causa della morte della protagonista :)

L'unica parte un po' del càzzo è quella sul posto di lavoro (lavoro "copertura") di George dove sbucano gli unici personaggi un po' irritanti e non troppo riusciti, secondo me.

Certo non è un capolavoro eh, ne della Black Comedy ne delle serie tv in generale, le sceneggiature funzionano benissimo quando devono costruire tutto l'impianto da commedia nera della serie ma come scrittura complessiva a volte lasciano a desiderare, capita che scivolino un po' nello scontato oppure che arrivino a scelte narrative troppo forzate o "colpi di scena" che sarebbero anche carini ma che sono scritti in maniera quasi frettolosa, poco fluida, e vanno a creare sequenze fastidiose dal punto di vista del ritmo e della narrazione, portandosi nel baratro anche la regia che di per se è buona anche se non eccelsa.

Be in conclusione una divertente e leggera Black Comedy che ironizza e scherza costantemente sul tema della morte e della Morte, nella sua sfacciata ironia e nel suo voler costantemente non prendersi sul serio funziona alla perfezione, intrattiene benissimo e non annoia mai. Mi ha fatto piacere vedere un Fuller più leggero e meno prolisso e contorto che nel pur superiore "Hannibal", ogni tanto un po' di leggerezza "nera" ci vuole. Qui la morte non gioca a scacchi ma si gusta uova, pancetta e caffè tutti i giorni.

Nota: la protagonista, Ellen Muth, è tornata a lavorare brevemente con Fuller proprio per "Hannibal" e, chi ha visto la serie lo ricorderà, il simpatico psichiatra non le ha fatto fare una fine bellissima. Insomma con il senno di poi, guardando "Dead Like Me" mi è venuto in mente che vedere la Muth VIVA in una serie di Fuller è impresa praticamente impossibile.

Bella serie black comedy, di questa vedrò certamente anche la seconda, e ultima, stagione sebbene a quel punto Fuller avesse già abbandonato il progetto.