Ciumi 8 / 10 07/10/2009 12:27:05 » Rispondi L’orrore e la paura sono principalmente meri stati di percezione di un pericolo, tanto maggiori quanto più questa minaccia è ignota e inconoscibile. La morte, nel film di Tourneur, è in primo luogo intravista nella malattia mentale, nello stato di trance della moglie del piantatore che l’avvicina all’immagine di una defunta; e trova la sua collocazione nei recessi più reconditi dell’esistenza, geografici e della psiche. Vudù, riti esoterici, stregoneria: l’isola è innanzitutto un luogo di superstizioni primitive e antropologiche, dove lo scongiurare la morte diviene, per assurdo, un lento appressarsi ad essa, un connaturarsi e un camuffarsi con i suoi segni arcani (l’uomo chiamato a sconfiggere il male, è un nero cadaverico dagli occhi sgranati). Seguendo la lezione del Poe, l’orrore della pellicola sta principalmente nell’atmosfera, nella cura degli ambienti, nelle suggestioni visive e sonore; in quell’attesa al buio eterno permeata d’inquietudine che assorbe a sé anche la storia d’amore dei due protagonisti.