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ROME - STAGIONE 2 regia di Michael Apted, Julian Farino, Allen Coulter, Alan Poul, Tim Van Patten, Jeremy Podeswa

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     5½ / 10  29/04/2015 00:31:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Plot narrativo che si dimena tra il microcosmo della famiglia di Lucio Voreno e la parabola che condurrà alla fine della Repubblica, esplorando archi temporali senza la benché minima congiunzione narrativa, complice il taglio delle spese e la riduzione degli episodi che rese obbligatorio qualche strattonamento di trama ma non per questo giustificato, corrompendo anche i buoni propositi che si era prefigurata in principio.
In alcuni tratti rasenta il trash involontario, la parte debole resta ciò su cui la HBO puntava maggiormente ovvero raffigurare la vita ordinaria nell'Antica Roma, le vite dei 2 legionari eclissa o persino inficia il celebre duello tra Ottaviano e Marco Antonio.
Il cinema ci ha regalato una serie di Cleopatre da togliere il fiato, Liz Taylor ne incarna bellezza e lusso, la Colbert procace e civettuola, la Leigh con la sua innata classe non pecca indubbiamente di stilosità ma quella raggrinzita versione che ci offre la Marshal si va a piazzare direttamente in testa ma tra le peggiori. E' un po tutto il casting circa i ruoli principali ad essere pressoché sbagliato, lo stesso cambio che avviene ad Ottaviano non ha certo portato ad un evoluzione, e purtroppo con la morte di Cesare si è perso anche il più nobile Ciarán Hinds.
In merito alle licenze di romanzatura per quanto ci si possa fare il callo è lo storpiaggio e il ribaltamento di alcune personalità che iniziano a diventare stucchevoli, Azia e Servilia che danno luogo ad un duello di stampo mafioso, Pullo gladiatore alla Crowe persino tra le lenzuola di Cleopatra (nonché pigmallione di Ottaviano nella prima stagione), e in coppia con Voreno i vendicatori di Cesare.
Insomma che già Ridley Scott riscrivesse ucronicamente la storia dell'Impero per quanto riuscita non è stata una delle pagine più felici dello script moderno, ma perseverare andando a riversare fiumi di inchiostro riscrivendo gli ultimi anni della Repubblica l'ho trovato un tantino deprecabile in quanto avvolte limitarsi a inscenare il corso reale dei fatti risulta più obiettivo e naturale quale epilogo.