caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

KINSKI - IL MIO NEMICO PIU' CARO regia di Werner Herzog

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
pier91     9 / 10  20/09/2012 14:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già in altri documentari Herzog rivelava di amare l'invadenza delle proprie parole sulla scena. Affascina che proprio nel suo cinema di non dichiarata finzione l' elemento trasfigurante sia così preminente. Indubbiamente la figura di Klaus Kinski subisce, oltre alla profanazione del racconto, l'ingerenza paterna di Herzog. Il titolo "Il mio nemico più caro" è una sintesi molto significativa: denota affezione, un certo risentimento e un senso di compiaciuto possesso. In effetti il Kinski che conosciamo, col suo volto esclamativo, l'egomania, il disprezzo, ha esordito per noi col nome di Aguirre. Herzog non manca di sottolinearlo, tanto che pur chetamente finisce per somigliare alla sua creatura immodesta e saccente. Oltretutto è spiazzante l'abnegazione di questo prometeo cinematografico per la propria arte, certo una particolarissima forma di pazzia. "È matto, solo per questo lavoriamo insieme" dichiarò Kinski.
Alla fine del film l' impressione è d'aver appreso di più sul regista che non sull'attore. Ciò non toglie che le testimonianze e le immagini restituiscano di Kinski tonalità sublimi. Quelle di una persona magari terribile, atrocemente infelice e clinicamente insana, ma anche di un personaggio esilarante, commovente, geniale.

<<Una volta c'era qui a cena un critico, che accennò di aver visto uno spettacolo in teatro in cui Kinski aveva un piccolo ruolo...e che avrebbe scritto che era stato straordinario. E Kinski gli buttò in faccia due patate bollenti, e in un lampo si alzò urlando: "Non sono stato eccellente! Non sono stato straordinario! Sono stato monumentale! Sono stato epocale!" >>