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L'ENIGMA DI KASPAR HAUSER regia di Werner Herzog

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Blutarski     9 / 10  11/01/2012 17:18:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quello di Werner Herzog è un film che descrive perfettamente tutti gli aspetti più interessanti della vicenda del leggendario Kaspar Hauser. La storia di per sè è davvero suggestiva, un fanciullo forse di nobili origini tenuto segregato sin dalla nascita risulta essere una finestra verso il lato selvaggio e asociale dell'uomo. Herzog ci illustra dalle prime immagini ovattate e sfocate il risveglio dal sonno di Kaspar, delle immagini che personalmente mi hanno istintivamente richiamato certi impressionisti come Monet se non ancor di più Turner. Un risveglio della mente dalle tenebre, che invade lo spirito di forme e colori che "stringono il petto" di Kaspar. Il film di Herzog traccia una infinità di domande sulla natura della mente umana, specialmente ciò che riguarda il potere del linguaggio, se non addirittura la sua tirannia. Kaspar infatti non solo non ha esperienza del mondo reale, ma come un bambino non avendo imparato le parole con cui classifichiamo e allo stesso tempo eloboriamo il mondo, non è in grado di distinguere le cose che lo compongono, non è in grado di percepire il mondo se non come una massa informe in cui sogno e realtà sono la stessa cosa. Tra le infinite questioni che il giovane Kaspar instilla tra scienziati, gente comune e religiosi del tempo, quella che più mi ha interessato è stata quella col logico-matematico. Mi ha interessato perchè Kaspar è il sogno proibito di ogni psicologo, una mente sostanzialmente priva della nozione di ciò che è accademico e ciò che non lo è, un essere capace di un pensiero autonomo e indipendente in grado di rispondere con fantasia ad un quesito logico senza necessariamente dare una risposta (accademicamente) errata. Sostanzialmente la società e il cosiddetto "modello intellettuale della mente" (per citare il prof Sir Ken Robinson) che costituisce il paradigma socio-culturale dalla rivoluzione industriale ad oggi, ci ha abituato ad organizzare il mondo in ciò che è accademico e ciò che non lo è, facendo coincidere questo schema mentale con ciò che è giusto da ciò che è errato. Non deve quindi sbalordire che il matematico si infuri alla risposta di Kaspar, perchè pur essendo corretta esce dai binari tracciati da tale paradigma. Invece di parlare di difetto cognitivo, come aihmè spesso tutt'oggi è consuetudine, si dovrebbe parlare di quello che viene oggi definito come "pensiero divergente", la capacità di dare risposte "diverse" ad una singola domanda, diverse rispetto a ciò che la società si aspetterebbe e ciò che la maggior parte della gente istruita sosterrebbe. Non è assolutamente un caso infatti se alla fine del film quando dissezionano il cervello di Kaspar, oltre a notare una ipertrofia del cervelletto,
i medici denotano anche che l'emisfero destro è più sviluppato di quello sinistro (deformazioni che erroneamente, dato che la vicenda è relativa alla prima metà dell'800, loro ritengono essere la causa della sua "stupidità"). Emisfero destro che, guarda caso, secondo gli studi più recenti è invece la parte del cervello che riguarda l'emotività e in un certo qual modo la creatività della mente umana. Questo aspetto del film almeno per me, è tremendamente affascinante. Il fatto che Herzog, consciamente o inconsciamente, mostri tutto ciò per me è segno di grandissima lungimiranza di un regista che ha saputo porre l'accento sugli aspetti più attuali e misteriosi di questo enigma vivente. Altro che Roussau o Platone, l'intuizione di Herzog mi sembra incredibilmente più profonda delle loro.