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'71 regia di Yann Demange

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  28/04/2015 11:53:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spinosa situazione quella vissuta dal soldato semplice Gary Hook, finito dietro le linee nemiche e "dimenticato" dal suo plotone in un territorio all'interno del quale appare ostico comprendere chi sia l'amico e chi invece desideri farti la pelle.
E' il 1971 e siamo in Irlanda del Nord, poco prima del fattaccio di Derry ormai noto come Bloody Sunday. Da una parte c'è l'esercito inglese supportato dai protestanti, dall'altra l'IRA di fede cattolica, con il suo feroce ambire indipendenza da Londra.
Belfast è il teatro di una guerra in cui il regista francese Yann Demange non risparmia il dettaglio crudo, sbattendoci in faccia la brutalità di un conflitto ancora più sconvolgente perchè combattuto tra quelli che definire vicini di casa è un eufemismo. Basta attraversare la strada per trovarsi davanti il nemico; qui tra sbarramenti, muri divisori di fortuna e automezzi in fiamme notiamo una separazione impensabile, addirittura all'interno degli stessi movimenti in lotta. Lealisti, esercito e indipendentisti sono egualmente scissi tra chi opta per un approccio più ragionato e chi invece non ha problemi a far scorrere il sangue.
In questo scenario urbano caotico e violento si perde Gary, spaventato e malconcio tenta di sopravvivere ad un contesto ambientale che da accogliente e protettivo passa in un amen a trappola mortale.
Il ruolo di mera carne da macello del ragazzo è perfettamente sottolineato. Gray è uno zero, che suo malgrado assume un preciso valore simbolico finendo col divenire preda cacciata un po' da tutti nel momento in cui assume un peso politico e propagandistico di un certo spessore.
Demange tratteggia un quadro doppiogiochista in cui tradimenti e biechi sotterfugi infangano i vari schieramenti restituendo un'immagine deprecabile delle fazioni in lotta.
"'71" è apprezzabile per la felice commistione proposta tra tra azione e infarinatura inerente il momento storico, il tutto vissuto attraverso un linguaggio filmico dallo stile sporco, in cui regia nervosa e colori smorti donano un tocco realistico non indifferente.