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WOYZECK regia di Werner Herzog

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amterme63     8 / 10  11/06/2008 23:13:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spesso Herzog crea opere in omaggio a persone o artisti che lo hanno molto colpito. Il più famoso è il film che ha dedicato a Kinski. C’è poi la “Ballata di Stroszek” scritta apposta per Bruno S. “Grizzly Man” e “Kaspar Hauser” sono nati per far rivivere persone realmente vissute. Poi ci sono i film per “sdebitarsi” culturalmente verso i maestri. Per questo ha “rifatto” il grande Nosferatu di Murnau. Ha voluto poi sdebitarsi anche nei confronti dello scrittore tedesco dell’800 Buechner. Preso da questa impellenza, appena finito Nosferatu, ha impiegato solo 18 giorni per girare la versione cinematografica dell’opera teatrale Woyzeck di Buechner.
Quest’opera è ridotta allo stato di frammenti a causa della prematura morte dell’autore. Herzog quindi ci mette molto di suo. Prima di tutto risuscita la Germania Biedermeier (anni 30 dell’800) che già aveva così ben ritratto nell’Enigma di Kaspar Hauser. In Woyzeck mette ancora più in risalto come i borghesi (il dottore e il capitano) sfruttino e quasi disprezzino la gente del popolo. Woyzeck non è trattato come una persona, ma quasi come un animale da lavoro o una cavia da laboratorio. Le immagini iniziali sono molto eloquenti a riguardo. Anche qui si satireggia la boria “scientifica” e aridamente razionalista delle persone “in vista”.
Inoltre si riprende il tema centrale della Ballata di Stroszek, cioè la negazione dell’illusione di poter essere felici anche se si è poveri (Herzog come anti-Chaplin). C’è infatti il problema di come procurarsi da vivere, ma soprattutto c’è l’instabilità dell’animo umano e il fatto che la virtù è solo un frutto dell’idealismo (secondo la visione di Herzog/Buechner). Accanto alla fedeltà e al legame che unisce due persone, c’è anche la passione dei sensi che può portare a desiderare altre persone. Questo la società non lo può accettare e il “cornuto” viene crudelmente perseguitato. Anche Woyzeck nel suo piccolo arriva così a perdere il senso della realtà e rimane vittima della sua fissazione. Il senso di sconfitta che si respira nel film è quindi totale.
I temi trattati sono quelli tipici di Herzog, con in più la connotazione sociale. Per quanto riguarda la forma, Herzog tiene conto dell’origine teatrale dell’opera. La mdp è molto statica e il film è come un susseguirsi di scene teatrali. La recitazione e la pantomima hanno una grande importanza. Infatti, secondo me, questo è il film dove Kinski ha le migliori possibilità per mettere in risalto le sue doti recitative teatraleggianti. Di conseguenza questa è l’opera formalmente più tradizionale di Herzog. Tra le scene più suggestive quella del pugnalamento, girata in ralenti con in evidenza le espressioni facciali drammatiche e soprattutto senza far vedere l’effetto dei colpi. In questa maniera il movimento del pugnale diventa molto impressionante e drammatico. Da segnalare la splendida fotografia e l’ambientazione bellissima nella cittadina boema di Telc.
Herzog comunque non rinuncia a voler staccare la mente dello spettatore dal protagonista. Le scene finali, quelle della pazzia di Woyzeck, sono girate in campo lungo proprio per distanziare il protagonista e farlo giudicare in maniera distaccata. In realtà questa operazione a Herzog non riesce del tutto, a causa della natura teatrale e pantomimica del film che porta a identificarsi nella persona recitante. Se a ciò si aggiunge il ritmo eccessivamente lento si capisce come quest’opera non sia secondo me fra le meglio riuscite di Herzog. Rimane comunque un film notevole.