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LA BALLATA DI STROSZEK regia di Werner Herzog

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BlackNight90     9 / 10  05/05/2010 00:52:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando la vita disgraziatamente arriva a colpirti, gli effetti sono devastanti. Peggio di un calcio nelle palle.
Eppure non si tratta di accanimento nei nostri confronti, fa parte delle regole del gioco: siamo come animali in gabbia costretti a ballare al suono di una stupida musichetta. La vita, come la natura, non è cattiva nei nostri confronti, è piuttosto indifferente e spesso le attribuiamo ingiustamente le nostre colpe.
Herzog si mette dalla parte degli emarginati, dei diversi, delle persone speciali, osserva lo scorrere delle loro vite umili e lente. Ma quanta poesia riesce a cogliere in quelle piccole realtà il suo sguardo!
Adottando uno stile quasi documentaristico, specie nella seconda parte che assume le sembianze di un viaggio on the road con destinazione l'ignoto (un viaggio che per le sensazioni provate mi ha ricordato Una storia vera di Lynch), Herzog mischia realtà e poesia. Anche perché il protagonista è realmente uno sconfitto dalla vita: Bruno S. ha passato un'adolescenza che dire movimentata è poco, tra prigioni e riformatori. Il suo Stroszek è un Kaspar consapevole del suo fallimento, e da ciò deriva il suo dolore, e anche il nostro.
Non per cinismo ma per comprensione verso il suo protagonista Herzog mostra la fine delle sue illusioni, distruggendone una delle più grandi, il sogno americano (con molta più efficacia di un American beauty qualsiasi).
Il finale è metaforico e bellissimo: Stroszek vede se stesso in un pollo addomesticato a suonare un pianoforte, come faceva lui quando si trovava a Berlino ed era ancora in grado di sognare.