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BLACKHAT regia di Michael Mann

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Manticora     7 / 10  05/12/2015 17:00:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei peggiori film di Mann per quanto riguarda la storia,una sceneggiatura semplice tutto sommato, ma che si complica la vita da sola. Poi però c'è lo sguardo del regista,che ancora una volta coinvolge lo spettatore con i suoi cromatismi,le inquadrature,i panorami che abbracciano le città,da Los Angeles a Hong Kong,per finire a Giacarta. Ci sono dei difetti,la storia d'amore,senza un minimo di coinvolgimento,pathos o emozioni,è sempre stato un punto debole nel cinema del regista americano. A bilanciare c'è l'azione,non poco,a dispetto di quello che si dice,ma necessaria. Infatti a metà film

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La seconda parte inizia dai due sopravvissuti che devono mettersi sulle tracce dei killer e del loro capo,qui Mann si fà prendere un pò la mano,indubbiamente certe scelte della sceneggiatura sono discutibili,basti pensare al metodo di sottrazione dei soldi al villain,ma d'altronde senza questo escamotage narrativo la storia sarebbe già finita. Comunque l'arrivo a Giacarta porterà finalmente alla comprensione di ciò che vogliono fare Assan e la sua banda,un piano su larga scala,che potrebbe avere conseguenze catastrofiche. La messa in scena della resa dei conti certo non è perfetta,soprattutto perchè Hensworth pare risolvere in maniera tutto sommato semplice, per il resto il rigore estetico e la musica assieme alla messa in scena non annoiano, pensare che il film è stato un flop colossale al botteghino mondiale fà riflettere, Michael Mann è forse al tramonto?
"Io sò chi sei!"
Filman  05/12/2015 19:09:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto la filmografia di Mann e posso dirti che la sceneggiatura è l'ultima cosa da guardare, e infatti il film è solido per tutto il resto, perché è così che Mann agisce: prende una sceneggiatura anche molto semplice per farci ciò che vuole. In Blackhat c'è un mondo di espressione e comunicazione registica, nonostante la storia sia simile ai film d'azione anonimi di 10-15 anni fa piuttosto che di questi ultimi anni.
Senza la regia di Mann probabilmente il film durerebbe un'ora in meno, ma non parlerebbe come fa questo film, secondo me di diritto tra i migliori del regista (almeno in una eventuale top5).
In sintesi il regista parla dei personaggi e delle loro emozioni attraverso inquadrature: la storia d'amore è molto ridotta per via dell'ermetico romanticismo in coerenza con lo stile dell'autore e le scelte del protagonista sono avvolte da un alone costante di fatalità indotta dall'inesistenza del libero arbitrio. La storia andrebbe vista in questi aspetti, e non nella trama.
Il flop totale fa riflettere su come la critica sia mediamente bigotta e il modo di fare post-moderno del regista non garba quasi per nulla. Michael Mann è in una versione radicalmente sperimentale, di certo non al tramonto.