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BLACKHAT regia di Michael Mann

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wallace'89     8 / 10  30/04/2015 18:07:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stroncature in America del tutto fuori luogo.

Un perfetto tassello di quella trilogia inaugurata da Collateral ( mentre trovo invece Public Enemies lievemente fuori posto) che potremmo definire una nuova forma di thriller-action urbano sublimato nella bellezza notturna di un estetica digitale che per adesso non ha rivali.
Trovo che nessun altro regista abbia ancora compiuto un simile risultato stilistico in questo tipo di ricerca espressiva, con esiti tutt'altro che freddi. Si colpisce il nervo ottico con il fine di far empatizzare meglio con la realtà dello schermo, e colpire cuore e mente.
Il film potrebbe essere benissimo un b-movie, con trama pretestuosa benché ricca di spunti in grado di aggiornare l'immaginario cyber in ottica contemporanea, a tutti gli effetti più (iper)realistica, se non fosse ch'è carico di un romanticismo macho struggente che mi ha ricordato anche, vuoi per la commistione con attori e scenari orientali, i noir metropolitani di John Woo e Johnnie To. Tutta la parte finale, in tal senso, vola altissimo e si situa proprio da quelle parti.
La virtualità è di nuovo "mezzo" e accessorio nel racconto, dove contano invece i peccati di vita che si scontano, infine, sulle strade. E il cinema si può riappropriare così di carne fatta di muscoli guizzanti, sangue e sentimentalismo, ed anti-eroi in fuga, stretti dalle gabbie e trappole di sistema. Un cliché classico riaggiornato con una lezione di umanismo 2.0