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BLACKHAT regia di Michael Mann

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     10 / 10  16/03/2015 14:51:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Metropolitecno

Inizia con panoramiche tecnoilluminate dell'urbanistica hardware in un mondo interconnesso dal byte fluidificato, eppure mai così sconnesso, spaesato, dalle identità espatriate sulla mappa di una nuova geografia digitale.

I byte viaggiano su autostrade come le auto nelle arterie iper-illuminate delle metropoli mentre i tasti, ovunque, esigono una dinamica di password costantemente protette da firewall.


Ancora sui corpi

La metropoli è una mappatura unlock attraversata da puntiformi esistenze e sangue radioattivo. I reattori solo prove di collisioni più grandi e le guerre vere si combattono con i titoli di Borsa a colpi di ENTER.

Ma il vero capolavoro fuori da ogni mappatura, portata wi-fi e geolocalizzazione ancora una volta Mann lo fa nell'indagine sui corpi. Corpi filmati, braccia, nuche ravvicinate, corpi bucati dalle pallottole, spostati dall'onda d'urto, bruciati dalle radiazioni, allenati in carcere, foracchiati dai coltelli, abbracciati, protetti dalle tute, sfregiati e bendati. Le fucilate sono sempre iperralistiche e assordanti, perché solo nei film di Mann si spara davvero, a lungo raggio, in fibrillazione dal movimento di corpi oltrepassati.

E poi è il corpo dello spettatore a tramare e vibrare: la lunga scena della fuga e della partenza da Hong Kong è un perfetto esempio di termodinamica applicata al cuore, un tripudio di esaltazione e commozione dell'occhio.


11 settembre

L'ultima visione prima della morte, il controcampo visivo di un simbolico ricongiungersi, Mann evoca il grattacielo

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, e ancora il suo cinema è prepotentemente assoggettato agli ultimi sguardi.


Estasi (e) temporali

Ancora una volta vietato parlare di passato. Fondamentale il dialogo al fast food, non importa da dove vieni (lo stesso dialogo anche in Public Enemies (all'ippodromo) e in Miami Vice) importa solo dove stai andando ma soprattutto dove sei e il Cinema di Mann è Qui. E' ora. Scattante, lucido, tremendamente contemporaneo.


L'ignoto spazio profondo

In Miami Vice, a casa dello spacciatore Sonny (Colin Farrell) rivolge lo sguardo al mare con fuoco/fuori-fuoco, oltre la grande vetrata, Mann azzera il sonoro e ignora la narrazione dietro di sé, in Nemico Pubblico John Dillinger (Johnny Depp) inchioda lo sguardo verso un'ignota strada polverosa, interrompendo la narrazione, fottendosene dell'azione, in Blackhat Mann lo fa ancora, all'aeroporto Nick Hathaway oltrepassa i co-protagonisti e rivolge lo sguardo alla distesa interminabile di cemento della pista, altrove, fuori-orizzonte, ancora per l'ennesima volta Mann sbriciola il meccanismo narrativo e inchioda lo spettatore alla visione del suo cinema, sempre lo Stesso unico cinema: in una sola inquadratura.
Giovans91  17/03/2015 11:31:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non vedo l'ora di vederlo!!
Anche se il film ha fatto flop al boxoffice di tutto il Mondo non posso perderlo. Il ritorno di Michael Mann.
Invia una mail all'autore del commento williamdollace  17/03/2015 17:07:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non te lo perdere, non guardare critiche e medie, è l'ennesimo Mann, uno che non ha MAI sbagliato un film, mai!
Scuderia2  16/03/2015 18:58:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento potentissimo.
Bravo.
Invia una mail all'autore del commento williamdollace  17/03/2015 08:48:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! :)