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LA ISLA MINIMA regia di Alberto Rodriguez

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  06/03/2015 12:19:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spiccano le cornici ne "La isla minima". Quella naturale -ripresa dall'alto in maniera spettacolare probabilmente da un drone- in cui le zone paludose sono delimitate dai precisi confini geometrici dei campi a perdita d'occhio, dalle strade polverose mai asfaltate: malinconici passaggi per sfuggire a quel nulla frustrante.
Poi c'è quella storica, con gli evidenti riferimenti ad un contesto politico profondamente mutato di recente. La Spagna è da poco uscita dal franchismo (siamo nel 1980), divisa tra rigurgiti nostalgici e una giovane democrazia che non trova ovunque terreno fertile per attecchire.
Simboli, metafore, emblemi di questa ideologica contrapposizione sono due poliziotti inviati in quel luogo rurale, fuori dal tempo, per indagare riguardo la sparizione di due sorelle adolescenti. Le ritroveranno, morte.
Collegheranno il duplice omicidio ad altri casi sepolti negli archivi, dando il via ad un' indagine complessa.
Tuttavia ad Alberto Rodriguez dell'investigazione importa fino ad un certo punto, gli sviluppi narrativi sono affidati esclusivamente ai due protagonisti con il punto di vista dei personaggi marginali o dell'assassino mai contemplato.
Viene in messa in luce l'impossibile convivenza tra la vecchia Spagna di Juan: investigatore dai metodi spicci, dedito alla bella vita e dal passato tutt'altro che irreprensibile, con un futuro probabilmente già segnato (chiaro il riferimento al suo anacronismo politico ). In contrasto col nuovo che avanza, ovvero il collega Pedro: giovane, con uno sguardo rivolto al domani anche per l'imminente paternità, liberale, solitario e poco dedito allo scherzo, come fosse sconveniente visto ciò che lui e i suoi connazionali hanno appena passato, in continua sofferta aderenza con autorità ancora abituate a lavorare in modo discutibile e in un luogo in cui l'omertà, il maschilismo e il desiderio di fuga dominano gli animi.
Gli sviluppi dell'indagine, come detto, sono abbastanza periferici e purtroppo mai emozionanti, mentre il desiderio di rappresentare un paese attraverso la coscienza dei protagonisti perde velocemente di consistenza dopo l'ottimo incipit, impantanandosi figurativamente nelle paludi che circondano i due uomini. Definita la contrapposizione Rodriguez non riesce a svilupparla a dovere, e parallelamente risolve la trama "gialla" senza lampi.
Ben confezionato e coraggiosamente ambizioso, modesto come thriller e poco più che discreto nello scavare l'anima ferita di un paese.
bood  06/12/2015 09:20:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bellissima la tua recensione . per la quale andro' a vederlo
Niko.g  06/03/2015 12:29:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so come hai fatto a resistere. Io dopo 50 minuti ho dovuto abbandonare la visione.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  06/03/2015 17:26:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Difficile che lasci a metà un film, credo sia successo solo una volta.