Delicatissimo, crudo ma senza lacrimevoli ostentazioni alla Shoà, fino alla fine coerente inno alla vita, ed emozionante nell'omaggio musicale che sigla con una firma di pura voce la vendetta innocua e pacifista di una donna smembrata che sta per riappropriarsi dell'identità violata. Molto intimo e sussurrato (la protagonista recita con la voce flebile, come se fosse incrinata da un peso esistenziale), il film possiede una lentezza spirituale, ma emozionante, un climax ascendente che erompe nel magnifico e potente finale.