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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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Jolly Roger     7 / 10  05/03/2016 12:52:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

-----------------------SPOILEROSO e AMMAZZAFILM-----------------------

Io credo che questo sia un film di Tarantino per i tarantiniani. Io ho visto poco di questo regista, ma sono convinto che chi ha visto molto e ama il suo cinema, non può che restare estasiato da quello che mi pare essere (leggendo i commenti) una sorta di manifesto della sua poetica, un'autocelebrazione di ciò che vuol dire, forse il punto più alto della sua carriera. Non sto dicendo il suo film migliore, no perché non posso certo dirlo, sto dicendo il "suo" film, il cinema come lo intende lui. Un po' come quando una band organizza un tour auto celebrativo; se la band è buona apprezzi sicuramente la musica, ma se quella band sono i tuoi idoli vai in estasi.
Sicuramente chi ha tarantino nelle corde riesce a cogliere ed apprezzare sfumature della melodia che chi come me non ha l'orecchio allenato non può. D'altro canto chi non è un fan del regista può cogliere qualche difetto che, evidentemente, c'è.
Il film è maestoso, è grandioso, ma allo stesso modo autocompiaciuto, con una lentezza voluta e un po' stancante, una prolissità che sfiora l'autolatria. La prima parte non finisce mai, quel viaggio in carrozza fino all'emporio di Minnie che sembra distante anni luce. La trama c'è ed è solida, ma troppo semplice per un film che dura ben tre ore, il cui unico scopo peraltro è quello di caricare e caricare e caricare le armi per prepararsi ad un'esplosione di violenza. Perché questo, fuor di metafora, è il film: un lento climax che estenua lo spettatore e si auto - alimenta della tensione che crea, generando ancora più tensione, che prima o poi verrà liberata nel sangue.
Il cinismo è la vera chiave di questo film. La catarsi del sangue che lava via tutto. E potrebbe avere anche un senso, comunque :-)
L'America poggia sui massacri degli Indiani e sulla guerra di secessione, così come l'Europa di oggi nasce da due guerre mondiali. Il mondo civile per come oggi lo conosciamo, nasce indubitabilmente da bagni di sangue, dai massacri che hanno lavato il peggio e che ci hanno ripuliti dai "bastardi".
Bastardi privi di ideali (o con un ideale sbagliato), ammazzati da bastardi forse ancor peggiori, ma che si faranno ammazzare per il loro ideale giusto. In mezzo, la massa che sopravvive ed avanza in un mondo più giusto…e con meno bastardi.
"Soltanto i brutti bastardi vanno impiccati. Ma quei bastardi vanno impiccati". Questo è il motto del film, il fulcro del pensiero del bounty killer Kurt Russell, bramoso di incassare la taglia di 10.000 dollari, ma anche in grado di prendere il suo ruolo estremamente sul serio, come un ideale, una missione. I brutti bastardi non vanno ammazzati con una pistolettata alle spalle, no, è troppo facile, non se lo meritano. Vanno impiccati, devono vedere la morte che avanza lentamente, devono essere mostrati alla massa.
Ma, attenzione, il film non sposa questo ideale; dire che The Hateful Eight è un film per la pena di morte è uno sbaglio, così come lo è dire che sia un film misogino. Soprattutto se si pensa alla frase con cui la prigioniera controbatte: "Tutti i bastardi meritano di essere impiccati. Ma i grandi bastardi sono quelli che impiccano."
E in un certo senso ha ragione. Lo scopo è rappresentare quel peggio che l'America nasconde a sé stessa: la violenza immotivata, il bagno di sangue fraterno che è stata la guerra di secessione americana e la pena di morte, ciascuna cosa ben rappresentata da una rispettiva scena agghiacciante:

- Il bandito che segue l'inserviente ferito nel bagno, lo trova indifeso e gli spara in testa, con il sangue che sporca la neve;
- Il nero che inventa una storia sordida sul figlio del vecchio sergente confederato, solo per provocarlo e ucciderlo;
- L'impiccagione della prigioniera, forse la scena più cinica che io abbia mai visto in un film.

Comunque, se di "morale" si può parlare in un film così, il fine giustifica i mezzi.
Infatti:
Lo sceriffo – personaggio un po' meschino, dal quale non ti saresti mai aspettato qualcosa di moralmente decente – alla fine non cede al ricatto, non si accorda con la prigioniera, non tradisce.
Alla fine, la prigioniera viene impiccata, applicando la legge.
Ma soprattutto perché, a livelli più ampi, il progresso umano e civile pare il sillogismo di due estremi che s'ammazzano a vicenda, ma il fine - l'eliminazione dei "cattivi" - ci illude di aver giustificato i mezzi.

Una visione interessante, ma troppo cinica, oltretutto rafforzata da un finale in cui muoiono tutti (ma proprio tutti, anche i comprimari).
Concludendo, è un bel film, con grandi attori e un ottimo plot, ma l'aspetto dissacrante nei confronti dei valori e della storia - che culminano con l'ammissione che la lettera di Lincoln è un falso, il disprezzo per l'umanità, l'eccessiva confusione tra bene e male - con dei personaggi tutti ambigui che non incarnano pienamente né l'una né l'altra cosa - così come il cinismo e la violenza rappresentati in alcune scene, sono talmente forti da farti venire il dubbio che questo film altro non sia che una rappresentazione nichilista del peggio dell'umanità, con qualche sotteso intento critico ma soprattutto con malcelato autocompiacimento voyeuristico.
E forse è davvero così.
Jolly Roger  05/03/2016 12:57:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sapevo dove ficcare nel commento il discorso della colonna sonora.
Lo metto qui.
La colonna sonora l’ho trovata azzeccata. Leggo che alcuni la considerano un po’ sottotono, in secondo piano…forse è vero, ma il punto è proprio questo: in un film così contano i personaggi, i dialoghi, le situazioni, le interazioni. La musica non può che stare alla porta, accompagnare e agevolare lo svolgimento, ma non può essere invasiva, rischiando di sovrapporsi alla storia. D’altronde qui non ci sono i grandi inseguimenti, le lunghe cavalcate e le sparatorie e i trielli alla Sergio Leone, dove una musica solenne e trascinante risultava perfetta.
Qui tutto il film è concentrato in una carrozza ed un emporio.

Comunque Ennio Morricone è il più grande di tutti, la colonna sonora ha meritato l’oscar – anche se ne ha scritte di migliori ed è un paradosso che non abbia mai vinto l’oscar prima!
Schmitt  06/03/2016 02:34:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
jackie brown e deathproof sono inferiori a questo
Jolly Roger  06/03/2016 21:52:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
effettivamente anni fa ho visto death proof e non mi era sembrato un granchè, però non lo ricordo. Voglio riguardarlo
Mic Hey  19/04/2016 01:07:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
assolutamente no ! secondo me i film di Tarantino più alla..ehm "Tarantino" sono PulpFiction e KillBill.
Per i neofiti consiglio di iniziare con LEIENE, BASTARDI e HATEFUL8 che hanno una trama più solida e omogenea
Jolly Roger  19/04/2016 09:30:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
interessante quello che dici, però stride un po' con il fatto che questo film pare essere un'autoccelebrazione di Tarantino, a partire dalla durata e persino nel titolo. Stride inoltre con quanto dicono gli altri utenti, che ne parlano come l'apice o il punto di arrivo della sua filmografia.
Ma forse tu intendi che i film che citi hanno una trama più destrutturata e che questo sia un tratto tipico di Tarantino. In questa ottica, allora The Hateful Hate effettivamente non sarebbe un tipico film "tarantiniano", perchè qui la trama è omogenea e lineare: è vero che c'è un luongo ed importantissimo antefatto, ma esso si incastra perfettamente e fin da subito nella storia, il che lo rende infatti molto intuibile e quindi in parte ne depotenzia l'effetto.

Comunque il mio prox obiettivo di tarantino è Le Iene. A maggior ragione adesso che posso farlo, avendo ricevuto il necessario benestare di El Merendito.
Jolly Roger  19/04/2016 09:32:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
volevo dire "autocelebrazione" :-)
Filman  05/03/2016 15:16:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che un buon ammiratore di Tarantino penserebbe la stessa cosa che hai scritto tu ;)
Il regista qui è autocelebrativo, e lo si può già capire dal titolo, visto che si tratta dell'ottavo film del regista. Forse, visto che tu hai visto poco dell'autore, non hai colto i rimandi alle sue precedenti opere. Insomma ecco cos'è The Hateful Eight.
8 personaggi non sono pochi, e che nessuno riuscirà a scampare lo intuisce chiunque trova in questo film un fortissimo rimando alla Cosa di Carpenter. Il problema è proprio la mancanza di idee a livello di trama, che permette anche di sviluppare male il perfetto meccanismo di racconto a cui ci ha abituati il regista.
Ma Tarantino è come il maiale: non si butta via niente :D
Jolly Roger  05/03/2016 18:02:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
oh, finalmente stavolta pare che andiamo d'accordo
Vero quello che dici. Il fatto di essere autocelebrativo lo si coglie anche dal titolo e io non sapevo che era il suo ottavo film. Io conosco poco di questo regista ed è una mancanza che voglio assolutamente colmare :-)

Il rimando a La Cosa non l'ho colto durante la visione. Ho colto di più quello a dieci piccoli indiani.
Ma effettivamente c'è...anche se La Cosa è un film immenso, al quale era meglio non avvicinarsi così tanto per evitare paragoni da cui questo film uscirebbe perdente.

Invece ho colto quello che mi sembra essere una citazione di L'Esorcista, almeno nelle scene finale quando la Leigh è a terra con la faccia piena di sangue e ha l'espressione demoniaca, mi ha ricordato Linda Blair. Ma non so se è una cosa voluta o no

Filman  05/03/2016 19:44:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo che ne esca sconfitto doppiamente: è un genere differente questo ok, ma il film di Tarantino folgora ben poco, e forse tale ispirazione Carpenteriana (confermata dalle dichiarazioni del regista stesso), come dici tu, andava gestita meglio.
Anche io ho notato che Leigh avesse un che di demoniaco XD

Comunque vai sul sicuro con tutti i suoi film o quasi. Il periodo pre-2000 è stupendo, ma il suo film che preferisco è Bastardi Senza Gloria.
Recupera recupera ;)
Jolly Roger  06/03/2016 21:54:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
penso di partire da Le Iene.
Forse è meglio partire proprio dal primo, per avere un'idea di quel che lo caratterizza di più e che nel suo primo film immagino sia dentro senza filtri.
Sono abbastanza fiducioso che mi piacerà
El merendero  08/03/2016 11:46:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sei fortunato. Io ti consiglio di non vedere nient'altro. Come chi sia sempre vissuto in uno scantinato e crede che l'odore del suo piscio sia il più buono che esista. O alla stesso modo, se credi, può tornare utile il mito della caverna di Platone. Mi terrei stretti certi privilegi, lascia stare le Iene e quant'altro.
Jolly Roger  08/03/2016 12:39:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao El merendero, per la verità non è chiarissimo se tu stia sf.ottendo a chi adora Tarantino - e quindi adorerebbe qualsiasi cosa che provenisse da lui a prescindere.

Ma molto più probabilmente tu stai sfott.endo me.
In questo caso, continuerò a guardare film a 360 gradi, proprio per non restare nel proprio scantinato come invece tu suggerisci.
Tarantino compreso, che peraltro, detto sinceramente, non mi sembra affatto appannaggio esclusivo di luminari e scienziati.
Però seriamente: leggerti un commento chilometrico come quello che ho fatto io solo per provocarne l'autore come hai fatto tu? Sei tu che vivi nel mio piscio, non io

El merendero  09/03/2016 20:37:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppo suscettibile jolly, parlavo in generale metti giù la pistola. É il solito discorso sulla scala di valori che qui ormai é stata violentata più e più volte. Vedi le Iene allora, che posso dirti.
Signor Wolf  24/03/2016 00:48:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carpenteriano!! è la stessa cosa che ho pensato vedendo l'ultima sequenza finale, io questa scena l'ho già vista ne "la cosa"
Signor Wolf  24/03/2016 00:46:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
hai colto nel segno, solo che le cose che a te fanno storgere il naso, quei dialoghi surreali, quella rappresentazione del peggio dell'umanità, per i fan di tarantino sono un pregio, benchè non il pregio maggiore. Il pregio maggiore della regia di tarantino e quello di riuscire a far diventare i protagonisti dei dettagli, e far diventare i dettagli i veri protagonisti del film: la Porta, la caffettiera, la lettera di lincoln.