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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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Terry Malloy     9 / 10  20/02/2016 20:42:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto la prima volta in italiano, e direi che la morte del doppiaggio è decretata. Mi ha rovinato un bellissimo film. Poi visto in grazia del Signore alla Cineteca di Bologna, con tutti i crismi, con un sonoro che non sentivo da quando ero nella pancia della mamma, con un'ambizione di visuale sui corpi martoriati di questi cacciatori di taglie che rende comunque Tarantino il miglior regista della sua generazione di debosciati colleghi.
E ora veniamo al film. Che non è un trailer della durata di tre ore, ma una profonda e accurata composizione postmoderna che aggiunge tasselli a un'ossessione semplice: la vendetta. Vendicarsi è giusto? E' una domanda che rimarrà insoluta per sempre. Eppure ci si possono ricamare sopra storie molteplici e infinite. Andando sempre più di fino: da Jules Winfeld a Shoshanna, arriviamo alla rappresentazione teatrale all'interno di uno scenario più horror che western, ma comunque "di frontiera". E lì comincia la danza della sfumatura: perché agiscono questi quattro crudeli assassini? Quando la vita non rappresenta più nulla, che cosa resta? Innanzitutto delle gran balle. La menzogna. Ma di due tipi: la prima è una maschera, è un vestito (tutti e otto ne hanno uno, diversissimo da ogni altro), è ciò che ci cuciamo o ammanettiamo addosso per evitare rogne di ogni genere. Usiamo la menzogna, dunque, come un'abile astuzia, che al massimo massimo può ferire i sentimenti di un comune senso collettivo che chiamiamo: razza. E poi c'è la menzogna fraudolenta, quella che copriamo goffamente, quel teatrino che insceniamo cercando di renderlo troppo credibile per non essere smascherato con implacabile sicurezza da chi la verità la conosce bene, e conosce bene anche e soprattutto l'arte di mentire: "allora è vero quello che si dice su di voi", dice John Ruth a Warren. "Non un negro qualunque". Ognuno si porta dietro ogni tipo di fama e di storia e di leggenda, ma guai a mentire per ottenere qualcosa di più che salire su una diligenza quando si sta morendo, perché lì interviene un'entità che sembra non esserci mai in questi mondi lontani della finzione, ma c'è, ed è forse più implacabile e rigida che altrove: la Giustizia. E per essere giusti fino in fondo, a seconda di quanto lo richiedano le circostanze, bisogna essere distaccati: e finalmente il Jules di Pulp Fiction può essere davvero un vendicatore solitario che non ha bisogno di papponi e valigette da recuperare. Jules sta facendo il peregrinatore solitario, come "Carradine in Kung Fu" e finalmente può mettere in pratica ciò che gli piace più fare: insegnare la parola di Di0 ai *****ni come Tim Roth. "Ah, adesso ci credi in Gesù Cristo eh?!", in una battuta già memorabile. E le motivazioni? Semplici, banali, eppure condivise. Minnie e Sweet Dave, due brave persone. Una nera. E uno, come John Ruth, che ti salva la vita quando sei in procinto di fare la sua stessa fine. Ognuno di questi uomini, spietati e sanguinari, ha un suo codice, comprensibile agli altri, e questo perché rispetta l'unica condizione per la sua applicazione, per l'applicazione di una giustizia possibile: il distacco. Non è un film sanguinario, dunque, il sangue serve, perché è l'unica cosa che è dentro il nostro corpo, quando è sparito tutto il resto. Ciò che serve è capire che Tarantino crea un film sfaccettato e pieno di un'amara ironia. E lo realizza magistralmente.
Schmitt  26/02/2016 16:09:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Recensione di alta qualita´. Cmq, a mio avviso il miglior doppiaggio della storia del cinema e´quella di EROS PAGNI in Full Metal Jacket. Quella traduzione e quel doppiaggio e´talmente sublime che supera anche Giancarlo Giannini... Sei d´accordo?
Terry Malloy  26/02/2016 17:02:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spesso per i film di Kubrick il doppiaggio fu elevato al quadrato della qualità normale, forse anche per la consapevolezza dell'epocalità dei suoi film. Io preferisco Barry Lyndon. Alcuni film per me valgono più in italiano, ma solo a livello sentimentale, è per esempio il caso di Pulp Fiction. Ma, come puoi leggere sotto, ritengo sia una pratica dannosa per il cinema.
Grazie per i complimenti ;)
Schmitt  27/02/2016 17:22:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh in full metal jacket mi riferisco NON a tutti i doppiaggi, ma esclusivamente al doppiaggio del sergente HARTMAN, ovvero EROS PAGNI. Se ascolti il sergente / istruttore in inglese sembra che abbia il naso tappato con le palle tritate, stile eros ramazzotti...

Beh Pulp fiction e´bello vederlo in tutte le lingue, sopratutto in tedesco
Gabo Viola  09/03/2016 20:33:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai pienamente ragione, la morte del doppiaggio è decretata. Gli incastri sonori tra gli accenti, la musicalità va totalmente a farsi benedire in italiano. Ci si affida a qualche buon mestierante, a volte troppo calligrafico. Ma Hateful eight è proprio uno dei film più musicali degli ultimi anni, potrebbe benissimo essere un'opera teatrale per i pochissimi ambienti e per il valore conferito al dialogo (e ci ritorno, alla musicalità). Paradossale che in questo tripudio di suoni sia sacrificato proprio Morricone, con una eccellente riproposizione dal secondo capitolo dell'esorcista. Ancora non capisco come faccia Morricone. Sono giri relativamente semplici ma di una potenza evocativa unica nella musica da film. Il buon Gèsù deve avergli insegnato i segreti dell'universo
keLe8  21/02/2016 01:35:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non penso che la morte del doppiaggio sia decretata sopratutto quello italiano che nel campo è il migliore, penso ci siano incomprensioni delle volte nell'accostare voci dei personaggi.
Shining di Kubrick è un esempio di come un doppiaggio sia a momenti migliore delle voci originali (Giancarlo Giannini che doppia Jack Torrance è impressionante) e altre opere che non sto ad elencare.
Sinceramente non ho brutti ricordi nei film di Mr. Q.Tarantino, il signor Wolf in "Pulp fiction" mi fa sbellicare ogni volta dal ridere grazie anche al doppiaggio esilarante di Pietro Biondi, invece mi fanno meno effetto altri personaggi che in voce originale apprezzo di più (poi va a gusti). Insomma, le voci originali sono inarrivabili, ma non è da sottovalutare il professionismo del doppiaggio italiano.
Terry Malloy  21/02/2016 13:14:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è questione di professionismo, su cui non si discute, è questione che il cinema contemporaneo sta lavorando sempre più in una direzione di immedesimazione totale, specie nei film storici. Un film come questo DEVE far sentire gli accenti dei personaggi, perché sono un punto focale della loro costruzione narrativa. Non è la qualità del doppiaggio che metto in discussione, ma la sua stessa appropriatezza nel contesto.
keLe8  21/02/2016 23:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco cosa intendi (l'ho visto anch'io in lingua originale) non capisco come un doppiaggio di questi livelli possa rovinare un film. Se tutti parlassero una sola lingua potevo anche darti ragione ma non tutti sono colti, sanno quattro lingue e o sono laureati.
I Sub-Ita non sono l'alternativa migliore, specialmente per gli anziani o altri motivi.
Ribadisco che il problema è che ci siano delle incomprensioni (a volte) nell'accostare voci doppiate in italiano dei personaggi in film importanti come questo, sopratutto storici come hai giustamente menzionato. Sono sicuro che se il cinema contemporaneo sta lavorando sempre più in una direzione di immedesimazione totale, si faranno progressi anche nel doppiaggio.
Terry Malloy  22/02/2016 11:34:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innanzitutto moltissimi si sono lamentati della qualità del doppiaggio di TH8, specie per il personaggio di Walton Goggins. Quindi non c'è nemmeno la qualità di cui parli. Se il piacere derivante dal sentire i personaggi parlare come se fossero loro stessi, ciò che descrivono con i loro dialoghi di ciò che sono, è misurabile, allora il film ne esce rovinato se quei personaggi, lontani da noi e quindi in parte difficili da comprendere, parlano la lingua che senti parlare tutti i giorni, anche al bar sotto casa tua. Non sono un fanatico della lingua originale, tutto si può tradurre, ma in un film come questo la lingua conta molto, esattamente come conta in ogni film che fa del manierismo il suo punto di forza. In Tarantino, come giustamente si faceva notare, la questione della lingua è fondamentale, e ha toccato il suo vertice in Bastardi senza gloria.
Sulla necessità o comodità del doppiaggio, a livello sociologico, non discuto, anche se dubito che gli anziani vadano a vedersi i film di Tarantino. Quello che contesto è che i film siano distribuiti in l.o. solo in mosche bianche come le Cineteche, io penso a Bologna, ma sicuramente a Milano o Roma ci saranno cose analoghe. I film vanno distribuiti tanto in italiano doppiato quanto in lingua originale, non si capisce perché solo l'esigenza di UNA parte di pubblico debba essere soddisfatta. I serial televisivi hanno dimostrato tantissimo in questo senso. E anche i grandi network come netflix e sky lo hanno capito. Non capisco poi il discorso della cultura, del parlare quattro lingue.
Il doppiaggio, temo, non può fare progressi, in quanto è un mestiere tecnico che risponde ad esigenze tecniche, e in parte culturalmente arretrate. Un film non è un libro, due ore di sottotitoli te le puoi pure fare. E sentire recitare un attore nella sua lingua, al di là della natura del film, è un'esperienza ottomila volte superiore a qualunque doppiaggio (salvo rari casi, su cui non sono nemmeno troppo d'accordo, vedi il famoso caso Barry Lyndon). Ieri, sempre alla cineteca, guardavo Carol in lingua originale: Cate Blanchett in inglese non ha voce italiana in grado di rendere quel personaggio.
Strix  22/02/2016 15:14:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con la questione della cultura Kele intendeva sicuramente che anche vedendo il film in lingua originale/sottotitolato, non apprezzeremmo i vari accenti e le varie sfumature, dato che non li conosciamo. Solo un madrelingua o una persona estremamente preparata in inglese può cogliere la bravura di un attore (es: Christian Bale è gallese ed imita alla perfezione tutti gli accenti americani, ma questo un utente medio difficilmente lo può cogliere, pur vedendo Bale in inglese, dato che non conosce le sfumature della lingua ma solo la lingua a grandi linee). Il doppiaggio poi, va detto che rende solo l'idea di ciò che i personaggi dicono, non sostituisce mai pienamente la voce degli attori (e sarebbe stupido pretendere tanta autenticità, anche perchè i labiali non coincidono), e vedere il film in sottotitoli è un modo meraviglioso di perdersi la recitazione degli attori, poichè passi 2 ore a leggere piuttosto che a goderti il film. Il mio consiglio è di dare una prima visione doppiata, per godersi di più l'opera nella sua immediatezza e nel suo impatto visivo, e poi una seconda coi sottotitoli, per avere un'idea più precisa delle performance attoriali.
Terry Malloy  22/02/2016 23:37:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sono d'accordo: non serve una laurea per apprezzare le sfumature del linguaggio, amenoché non si parli di lingue incomprensibili a un orecchio italiano, ma anche lì basterebbe solo sentire le sfumature fonetiche. La questione dei sottotitoli è vecchia, e secondo me nemmeno troppo centrale. Il problema qui non sta nemmeno nel concentrarsi sulle questioni tecniche, di fruizione, quanto di rimanere fedeli all'autenticità del film. Il doppiaggio fa perdere al film un grado di realtà che va al di là dei problemi fisiologici di fruizione dei sottotitoli. Sono due problemi ontologicamente diversi. Io guardo migliaia di ore di sottotitoli e non ritengo di non godermi il cinema o la televisione. Però quando sento un personaggio americano, o francese, o tedesco parlare in italiano ho un rigurgito. E' un attacco diretto alla realtà della rappresentazione.
Poi certo, la cultura di uno spettatore è variabile, e non si smette mai di apprezzare il lavoro dei grandi artisti, sotto tutti i profili intellettuali. Ma qui si sta parlando di un problema alla radice, e per giunta perfettamente risolvibile con uno strumento bellissimo che il romanzo sfortunatamente non ha.
El merendero  23/02/2016 11:34:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stai perdendo di vista la differenza tra significante e significato.
Il doppiaggio è interpretazione.
C'è chi riesce in questa arte dell' "interpretare" (Ivry Gitlis con Čajkovskij ad esempio) e chi no. Secondo il tuo ragionamento dovremmo usufruire delle sole opere "originarie". Verrebbe spazzato via un buon 90% di letteratura, musica, cinema, etc.
Il cinema, soprattutto quello italiano, è un mercato che vive degli umori del tempo, dell'umidità dell'aria, del cambio stagione. E' un mercato fragile, tra fallimento e nostalgie postmoderne. Non può permettersi il lusso della lingua originale come tu vorresti.
Ma c'è rimedio. Puoi dotarti d'un discreto televisore o proiettore e aspettare il blu ray. La nicchia si è salvata così. Me compreso.
Terry Malloy  23/02/2016 12:53:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
da quando ci ascoltiamo la musica rock e pop doppiata? E la lirica?
La letteratura viene letta in lingua originale dalla notte dei tempi, l'istituto della traduzione è interpretazione, è vero, ma proprio perché al cinema bastano i sottotitoli per rendere un film tranquillamente fruibile, allora il cinema "italiano" dovrebbe adeguarsi. Che poi stai usando il termine cinema italiano in modo improprio, perché qui si parla solo di distribuzione italiana. Riguardo alle nostalgie postmoderne, non capisco cosa intendi perché usi argomentazioni confuse e semanticamente sbavate (dato che ti piace farmi la lezioncina inutile su Saussure).
Riguardo al blu ray, serve solo a spostare il problema.
Ah, "originarie" è scorretto: "originali" è il termine esatto.
El merendero  23/02/2016 18:04:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Originarie, perché all'opera non ascolti mozart, ma ascolti una interpretazione originale di mozart. Pensavo fossero concetti chiari e scontati, invece.. Se vuoi altri esempi chiedi pure. Kandinskij é originario, Crippa é originale.
É un problema di distribuzione italiana ovviamente, di cosa pensavi si stesse parlando? Ti sei sentito punto e ti sei precipitato in una difesa un po' confusa e pasticciona. Leggi bene la prossima volta.
Terry Malloy  23/02/2016 20:16:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, ma il cinema cosa c'entra con Mozart? Al cinema si parla di "lingua originale", non "lingua originaria". Continui a spostare il problema su altri versanti, qui si parla di cinema.
Sul resto lasciamo perdere, perché ti commenti da solo.
El merendero  23/02/2016 20:48:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da pasticcione diventi comico. Degeneri, doveva essere un dialogo ma la spocchia ti condanna. Mi leggo? Mi leggo benissimo. Pensi di essere andato a scuola solo te qua dentro? Ho aperto scenari che ti hanno spaventato.
L'hai capita almeno la differenza tra originario e originale? Almeno d'ora in avanti saprai cosa c'è dietro un'interpretazione, una citazione autentica, un doppiaggio, un manierismo...etc

Terry Malloy  24/02/2016 11:38:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ribadisco: non sono io quello che ha usato concetti semanticamente larghi quanto la **** slabbrata di tua madre.
El merendero  24/02/2016 12:19:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ti facevo così... prevedibile. L'ignoranza psstrocchiata con la volgarità mi ha sempre sollazzato. Sei di diritto il mio nuovo passatempo.
Terry Malloy  24/02/2016 16:10:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti devo correggere anche qua: non è la prima volta che cerchi di trollarmi. Mi ricordo il tuo nickname. Quando ho visto che mi hai risposto, sapevo già tristemente che sarebbe finita così. Trovati qualcosa da fare, oppure comincia a stare qui dentro per quello che si deve fare: commentare in modo serio e intelligente i film, come faccio io dal 2006.
El merendero  24/02/2016 19:46:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'opinione contraria solitamente offende soggetti labili come te. Era previsto, ma perseveravi nello scrivere inesattezze. Ora sai cosa è un doppiaggio. Non é cambiato nulla sai, la tua arroganza ben può proseguire, stavolta sui binari giusti. Perdonerai se non tiro in ballo i tuoi genitori, ma ti ho già fatto male abbastanza.
Terry Malloy  24/02/2016 19:49:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Soggetti labili come me hanno suscitato 22 commenti di risposta, e attirato la tua attenzione morbosa da troll venuto male. Soggetti labili come me vogliono avere l'ultima parola.
Ora sai cos'è un concetto semanticamente largo, che è la cosa che davvero mi offende, non l'opinione contraria. Quindi puoi tornare a trollare cominciando subito dagli insulti senza passare prima dall'umidità dell'aria. I miei genitori li puoi tranquillamente tirare in ballo, di solito è una tecnica da prima media, ma d'altronde nemmeno i troll sono bravi nel loro mestiere oramai.
El merendero  25/02/2016 09:02:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dovresti aver capito che non ho bisogno di insultarti. Io conduco, tu segui.
Terry Malloy  25/02/2016 12:59:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
d'altronde nell'umidità dell'aria non mi sono mai sentito troppo bene.
Gabo Viola  09/03/2016 20:35:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Ho aperto scenari che ti hanno spaventato". Citazione.
Terry Malloy  23/02/2016 20:19:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se parli di distribuzione italiana, devi usare il termine "distribuzione italiana", perché se parli di cinema italiano intendi l'insieme degli operatori del cinema italiano. Il pasticcione è chi usa i concetti in modo confuso, la mia è un'esigenza di chiarezza, che mi pare tu non sia interessato ad avere in quanto incapace di elaborare una risposta decente alle mie argomentazioni (vedi, "il cinema italiano vive dell'umidità dell'aria", ma ti leggi?)
LaCalamita  20/02/2016 23:45:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Suberba recensione
L'ho apprezzata molto perchè non ti sei soffermato sui già discussi pregi del film e tipici in generale del cinema del Maestro, ma sei andato a scavare nei significati che The Hateful Eight offre, bravo!
Dopo gli spunti che mi hai dato col tuo commento, continua a farmi sempre più impressione il fatto che Tarantino riesca ad unire la profondità, gli aspetti riflessivi, lo spessore del film...all'intrattenimento. Lo ha detto lo stesso Madsen, parlando però degli aspetti politici : "puoi guardarlo dal punto di vista delle numerose "questioni" dell'epoca (guerra, politica, razzismo etc) oppure goderti il film come prodotto d'intrattenimento. The Hateful Eight manco a dirlo è pieno di momenti cult, memorabili e divertenti. L'ho visto due volte e ricordo bene molte molte scene. Quentin Tarantino signori.


Chiudo quotando totalmente il discorso sul doppiaggio. Però non nel senso che il doppiaggio italiano non sia buono. Cioè i doppiatori secondo me sono bravi. Il fatto è che le voci originali sono semplicemente insuperabili.
L'accento di Walton Goggins è irripetibile! In italiano il suo personaggio perde LA META' della sua "forza" (non sto a fare esempi).
E che dire del messicano senor Bob? Esilarante ogni volta che apre bocca (nell'originale).
Poi c'è la solita storia di Samuel L Jackson. La sua voce è quella tipica afro-americana. In italiano dai tempi di Pulp Fiction diventa un altro con la voce de Il Gladiatore (Luca "al mio segnale scatenate l'inferno" Ward).
Kurt Russell credo sia quello che perde di meno col doppiaggio.

Il sogno è che al più presto cominceranno a far uscire i film in lingua originale.
Un film come Bastardi Senza Gloria non doveva manco essere doppiato secondo me.
Terry Malloy  21/02/2016 13:16:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti ringrazio, ottima la citazione a Madsen (attore purtroppo poco sfruttato dalla logica narrativa del film)

Sul doppiaggio sono d'accordo. Ti rimando alla risposta che ho dato qui sotto
Niko.g  21/02/2016 15:58:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma che gli vuoi dire a Stefano Benassi che doppia Waltz? Dai, è doppiato benissimo "Bastardi senza gloria".
Terry Malloy  22/02/2016 11:38:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, noi italiani abbiamo sta esigenza di italianizzare tutto, come ai tempi del Duce con i nomi dei grandi scrittori.
Però se Christoph Waltz ha la sua voce perché negarle la possibilità di farla ascoltare ai cari (e pigri) spettatori italiani? Perché di un attore prendiamo tutto eccetto che la voce? Forse perché non ci piace sentire i suoi che provengono da un mondo diverso dal nostro?
Niko.g  22/02/2016 13:16:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In generale non vedo questa esigenza di italianizzare tutto, anzi mi sembra piuttosto il contrario (pensiamo a cose come la "stepchild adoption" per restare nell'attualità).
Credo che il doppiaggio debba farsi da parte di fronte alle lingue arcaiche (vedi film come Apocalypto o The Passion dove mi trovi d'accordo con questa scelta). Se però parliamo di lingue "moderne" credo che i nostri doppiatori abbiano tutti gli strumenti per fare un buon lavoro. Che poi ci riescano o meno, questo è un altro discorso. Il problema, casomai, è che i ritmi serrati dell'industria cinematografica non consentono più ai direttori del doppiaggio e ai doppiatori di avere il tempo necessario per lavorare al meglio e curare quelle sfumature che poi fanno la differenza sul risultato finale.
Terry Malloy  22/02/2016 23:31:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per l'appunto: mantenere un'istituzione obsoleta, che andava bene una volta, per fare un lavoro mediocre è inutile e dannoso. In compenso servirebbero di più ottimi traduttori, che si dedichino a un lavoro massivo su video di youtube, conferenze, articoli, interventi e quant'altro. Sul resto sono d'accordo.