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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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hghgg     8 / 10  18/02/2016 22:22:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ok, esco allo scoperto. Un film di Tarabello non mi piaceva così tanto da "Le Iene" e "Pulp Fiction" che per carità restano irraggiungibili però "The Hateful Eight" si impone su di un mio ipotetico podio della filmografia tarantiniana.

Oh che è totalmente autoreferenziale si vede, che Tarantino abbia ormai cominciato a fare il citazionista con se stesso pare davvero evidente, eppure funziona più o meno tutto, anche la miriade di dialoghi nel ritmo certamente meno secchi e brillanti che nei due capolavori sopracitati certo, ma proprio per questo funzionali alla "maturità" di questo film, alla sua lentezza, alla sua cupezza, cose nuove per quel càzzone di Tarantollo che per carità fa il càzzone anche qui (e un par di minchiate poteva risparmiarsele vedi personaggi che ogni tanto si muovono, sparano e parlano al ralenty) ma solo a volte, soprattutto nella prima parte del film prima che il delirio sanguinolento abbia definitivamente inizio.

"The Hateful Eight" è strano perché è un Tarantino allo stesso tempo classico, autoreferenziale e nuovo. Mai visto un Tarantino così crudo, e cupo. Lo spietato finale nella sequenza splendida

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER la dice lunga ma non c'è solo quello, molta di questa "oscurità" era già uscita nella prima parte. In breve questo film è diventato il mio terzo Taranbrutto preferito ma è anche il Tarantazzo che mi ha divertito meno. Si le scene eccessive e divertenti ci sono anche qui ma l'atmosfera di ansia e tensione costruita nella parte centrale è forte e annulla qualsiasi divertimento càzzone. Non ci ho trovato nulla da ridere insomma, o quasi.

Bravissimo Quentozzolo, ma qui non avevo dubbi, nell'uso dell'ambiente, della scenografia, per contribuire alla costruzione di quella sensazione di claustrofobica tensione e di totale sfiducia in cui nessuno si fida di nessuno. Tensione dichiaratamente debitrice de "La Cosa", meraviglioso capolavoro di Carpenter e molto ben "omaggiato".
Capolavoro dal quale viene ripescato lo stesso Kurt Russell, autore anche qui di una prova memorabile, come ulteriore aggancio al film "padre". C'è la tensione carpenteriana, c'è il western, per l'ambientazione, c'è perfino una parte Gialla "Agathachristiana" con Samuel L. Jackson/Maggiore Warren in versione detective dall'ehm grilletto facile.

Ed è tutto reso e diretto benissimo, il primo Tarantino mortalmente lento e prolisso che si sia mai visto eppure è riuscito a coinvolgermi totalmente e bravo lui.

Samuel L. Jackson che torna grande protagonista in un film di Tarallo dopo i fasti di "Pulp Fiction" e le belle prove di "Jackie Brown" e "Django". Il Maggiore Warren, grazie allo sfrenato carisma di Jackson diventa un altro personaggio classico della galleria tarantiniana, tra dialoghi deliranti e momenti di càzzutagine assoluta. La sintonia tra Jackson e Quentotto è ai massimi storici ormai.

Poi tutti a dire quanto è stata brava Jennifer Jason Leigh e brava di qui brava di lì e capirai io non lo scopro certo adesso anzi ha pure fatto di meglio. La Leigh è una bravissima attrice, preparata, versatile e molto sottovalutata. Qui rozza, folle e grondante sangue (alla fine quasi per nulla suo) infila una interpretazione memorabile, non è la prima e mi auguro non sia l'ultima ovviamente. Bellissima la scena in cui improvvisa un blues con la chitarra, sgraziata e stonata.

La sorpresa è l'ottimo Walton Goggins davvero in parte, bravissimo e calato nella mentalità tarantiniana con grande naturalezza. Uno dei migliori. Gli appassionati di serie tv lo ricorderanno già bravissimo in "The Shields" una delle migliori serie tv di sempre. Adesso però è salito in serie A e si è confermato talentuoso. Bravissimo, gran resa del personaggio, grande intesa con Samuel Jackson.

E sempre impeccabile un eccellente caratterista come il vecchio Bruce Dern, attore capacissimo. Tutta la lunga scena del dialogone di Jackson sul figlio di Dern risalta anche per l'espressività del vecchio leone oltre che per la parlantina carismatica dell'ex Jules.

E poi a Samuel Jackson ha detto cùlo stavolta, il precedente incontro con la prole di Bruce Dern l'aveva avuto in "Jurassic Park" e non è che fosse finito proprio bene...

Scherzi a parte "The Hateful Eight" è bellissimo per me ma non è un capolavoro perché ? Perché alla fin fine ci sono delle cose che non vanno.

Oltre alla poca scorrevolezza oggettiva di alcuni dialoghi almeno e una deriva splatterosa grottesca nella parte finale che spezza quella serietà cupa e tesa che tanto mi stava piacendo c'è anche la direzione bruttina dell'altra metà del cast da parte di Tarantino e questa è proprio una novità: due fedelissimi come Michael Madsen e Tim Roth per un motivo o per l'altro sfruttati peggio che male...

Il primo ormai trasformato in macchietta, un duro bolso e con la tinta, un personaggio privo di spessore e di interesse, la sua presenza è quasi fuori posto e visto il grande auto-debito che "The Hateful Eight" paga con "Le Iene" tal cosa è alquanto triste; il secondo, attore bravissimo, è invece intrappolato in un'assurda e incomprensibile imitazione di Christoph Waltz che va avanti per tutto il film dando vita ad un personaggio irritante, destinato a rimanere sullo sfondo... Come diavolo si fa a buttar via Tim Roth così ? Dategli un qualsiasi personaggio e te lo trasformerà in oro, è un attore della màdonna, e gli fai fare l'imitazione di un altro attore in altri tuoi film ? A Tarantì...

E tutte le figure secondarie funzionano poco, personaggi che non riescono ad imprimersi nella memoria cosa che a Tarantino riusciva bene invece con i personaggi minori, quelli sullo sfondo...

Resta comunque un grande film. Meschinità, crudeltà, voltafaccia continui, solo un destino segnato creerà l'unico sodalizio leale e inatteso dell'intero film. Un Tarantino più nero e spietato del solito a mio avviso, di sicuro infinitamente di più rispetto a quella càzzatona cosmica di "Django".

Eccellente la colonna sonora di Morricone, sotto le righe, segue sinuosa l'atmosfera tesa del film.

Ad esaltare la maturità "artistica" del film c'è l'occhio di Tarantino che regala visioni innevate straordinarie, esaltate da una fotografia eccellente come poteva aspettarcisi, immagini superbe per l'occhio e questa è una cosa che con me funziona sempre.

Questo Tarantino autoreferenziale insomma mi ha stupito e "The Hateful Eight" è diventato uno dei suoi film che preferisco. Visto una seconda volta a casa, in lingua originale, cambia poco e ti fa notare come i suoi film siano sempre molto ben doppiati tra l'altro.

Ottimo.
El merendero  19/02/2016 09:24:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma come càzzo scrivi
totty  19/02/2016 18:37:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Me lo chiedevo anch'io
hghgg  19/02/2016 19:31:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:D
DogDayAfternoon  18/02/2016 23:07:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo sia la prima volta che riesco a leggere un tuo commento da cima a fondo! Bell'analisi veramente, mi trovi d'accordissimo su tutto tranne per il fatto che a me i Bastardi e Kill Bill son sempre piaciuti parecchio.

D'accordissimo poi sul doppiaggio, anzi secondo me i film di Tarantino con il doppiaggio italiano ci guadagnano anche perché è incredibile quante sfaccettature riesce a dare la nostra lingua alla parola "fùck" e derivati.

E altrettanto incredibile come il 95% dei film degli ultimi anni abbia un doppiaggio inascoltabile, ma ogni volta che esce Tarantino si torna all'eccellenza degli anni '90.
hghgg  19/02/2016 13:08:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eppure è lungo più o meno come gli altri ahahah :D Comunque il festival citazionista sanguinolento di "Kill Bill" piace anche a me eh solo che se devo scegliere scelgo questo.
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  19/02/2016 00:01:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non avevo dubbi che hghgg non avrebbe seguito le mode neanche questa volta, tra la rozzezza celebrata del disomogeneo e baraccone Django e quest'opera a cui Morricone ha dato una pulita con composizioni molto meno invasive, scrittura ben calibrata tra i toni miti del western (il 1° sparo giunge dopo 1 ora e 40 minuti), il clima da giallo e la ridondanza del pulp, la ritengo una delle migliori sceneggiature scritte da lui, compreso l'epilogo politicamente scorretto, mai qualunquista, avrei evitato solo quell'inflazionato uso dello splatter che ha nel dna.

Di Goggins tu che hai visto The Shield di che ti stupisci? invece la Leigh mi ha sorpreso, perchè l'avevo persa di vista, e post 2000 la ricordo solo diretta dalla Campion, Coen e Kaufman in ruoli decisamente marginali. Su Roth medesima stucchevole sensazione che ho provato io, non abbiamo Waltz, chiediamo a lui di farlo... anche no, sprecato Mr. Orange. Davvero imbolsito Madsen.


totty  19/02/2016 18:40:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Morricone nel 2012 "non lavorerò mai più con tarantino". Seeeeeh certo :-)