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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  17/02/2016 21:21:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un western Shakespeariano? Un film di genere, molto lirico si, ma anche fortemente spiazzante, in grado di conciliare Agata Christie a Sam Peckinpah? Tarantino di diverte a scambiare le carte, e tutta la prima parte e' in assoluto una delle vette insuperabili della sua carriera (10). Ma resta un film profondamente Suo, e si vede...lunghi dialoghi (formidabili, come quello su come e' morto "il figlio" di Bruce Dern), il tema del razzismo Costituzionale che fa molto Django - parte II, e Dulcis in fondo il citazionista che omaggia film e sottogeneri in una Strage sanguinaria iconoclasta e narrativamente un poco risaputa. Diciamo 6.5. "THE HATEFUL 8" resta un superbo western - dai tratti crepuscolari - che purtroppo trancima in una direzione horror francamente enfatizzata.
Se solo Tarantino facesse dimenticare se stesso e il suo amore per Duccio Tessari come per Mario Bava, avremmo avuto il suo Capolavoro della maturita'. Tutto il resto comunque e' una Danza Macabra di rara bellezza tecnica, con attori incredibili - su tutti, ne segnalo almeno tre il sorprendente ghigno alcolico di Walton Goggins, la laida volgarita' sgualdrinesca di Jennifer Jason Leigh e l'enorme carisma carognesco del sempre grande Bruce Dern. Film di notevole tensione emotiva, ingabbato in una Quarantena di feroci individui pronti a evocare il Fantasma di una Giustizia ordinaria e per questo recidiva e ideologicamente regressiva, "THE HATEFUL 8" e' un'innegabile campionario di deformazioni, doppie identita', segreti celati, che si calano un po' troppo forse nella Fossa Comune dell'odio umano, lasciando filtrare come unico spazio Vitale una lettera di Lincoln e il suo romanticismo coniugale cfr. Feticcio che fa il paio con l'orologio di Bruce Willis ai tempi di "Pulp Fiction". Una specie di Parabola Moderna sul senso della Finzione. Non un Capolavoro, ma un Giro di Vite che lascia il segno, come le tracce di sangue nella neve