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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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antoeboli     10 / 10  14/02/2016 18:52:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ero un pò scettico nel guardarlo , nonostante numerose critiche ricevute in maniera negativa .
Ci sta chi lo ha bollato dicendo è il film che si discosta dal genere Tarantiniano , che i dialoghi non fossero nel suo stile , come se la sceneggiatura non possa essere scritta da lui , o che fosse noioso perchè si , diciamocelo è il film più lungo di Quentin .
Ma sono anche tre ore che volano via come il pane fresco del buon mattino , quando si ha sulla 'tavola' un prodotto maestoso come questo .
Partiamo col dire che Tarantino prende ciò che ha appreso in Django , ovvero il poter fare nel 2016 un film western ,e lo fonde con quello era il suo film da cui è partito tutto ''le iene '', prendendo spunti anche in fatto di regia da Carpenter e da ''la cosa',trasportandoli su schermo come solo lui può fare secondo me .
In più si può dire che lui è come se reinventasse il modo di far film coi cow boys e diligenze , perchè qui siamo di fronte a un thriller /giallo alla Agata Christie , dove per buona parte regna un mistero su cosa possa accadere.
Nonostante a parer mio la prima ora e mezza è un quasi insieme di dialoghi in cui cerciamo di capire verso cosa tende questo film , e dove vuole arrivare tutto ciò che stiamo guardando , forse per alcuni potrebbe essere noioso , perchè si certi dialoghi non sono secondo me ai livelli del suo glorioso passato , pur avendo nel cast gente del calibro di S.Jackson e K.Russell (che tra l altro era il protagonista nel 1982 proprio della cosa) , e su cui viene fatta una citazione di un personaggio che lui ha reso celebre negli anni 80' .
Nel secondo atto invece viene tirato fuori tutto ciò che lo spettatore spera di guardare , e si lascia trasportare da emozioni a non finire .
Tecnicamente parlando il film è da top dei top , la fotografia è stupenda , ma difficilmente vincerà contro il film Revenant , ma quello che è bellissimo è la sensazione che riesce a far il regista nel riprendere un situazione di difficoltà dovuta au na bufera in mezzo a 4 mura , quasi da claustrofobia .Ma allo stesso tempo trasmetterlo allo spettatore , o comunque a uno studente di cinema e regia , che può imparare come girare un lungometraggio usando praticamente una location per quasi l'intera pellicola(metodo di cui era molto bravo hitchcook all'epoca , con ''il delitto perfetto'' ndr).
Le musiche invece devo dire che Morricone poteva fare qualcosa di più , e comunque come detto per buona parte non si sente quasi nulla se non sulle parti iniziali e sul finale , ma risultano quantomeno orecchiabili.