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THE HATEFUL EIGHT regia di Quentin Tarantino

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ZanoDenis     8 / 10  03/02/2016 12:23:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto ieri in 70mm alla cineteca di Bologna.

Forse uno dei migliori Tarantino degli ultimi anni, sicuramente meglio di Django, più o meno siamo ai livelli di Inglorious bastards.
Tarantino sa scrivere bene le sceneggiature, e si vede, i suoi dialoghi sono acuti, taglienti e come al suo solito sopra le righe e pieni di espressioni colorite, pieni di aneddoti, tutti utili a caratterizzare dei personaggi, che comunque nel bene o nel male si fanno ricordare. Memorabili i personaggi di Samuel Jackson, Kurt Russell e della Leigh, di cui pian piano si andranno a delineare i tratti principali e risulteranno parecchio interessanti.
Inizia come un road movie, poi a causa di una tempesta va a staticizzarsi e diventa un film monoambientazione. Tarantino qui sfodera abbastanza talento, nonostante non mi abbia mai fatto impazzire tecnicamente, riprende diversi suoi predecessori e riutilizza efficacemente le loro tecniche narrative. Per tutto il film vi è una sottile suspense nell'aria, che pian piano va ad aumentare col passare del tempo, i dialoghi si fanno sempre più taglienti, la colonna sonora di Morricone (stupenda, da applausi, forse una delle più belle che ho mai sentito) si fa più fitta, e nel momento di esplosione, di climax, Quentin ci regala sequenze come al suo solito che rimangono impresse.
Il film spruzza misoginia da tutte le parti (non ne sto parlando come un difetto), il personaggio della Leigh è continuamente picchiato e maltrattato, e in un modo o nell'altro, si trova una scusa secondo la quale sia giusto fare ciò. Interessante il montaggio, che rimanda alla sua opera più celebre, Pulp Fiction, alternando momenti presenti e passati.
Magari non mi ha colpito moltissimo la messa in scena, nonostante il 70mm scenografia e fotografia non mi hanno entusiasmato, le ho sentite un po spente, nemmeno le panoramiche dei grandi paesaggi innevati mi hanno realmente colpito (ma comunque accompagnate dalla musica di Morricone hanno un certo effetto, ma è merito della musica, non delle scenografie). Gli interni sono discreti, anche se non ho trovato un particolare uso espressivo come accadeva in passato degli oggetti, Tarantino esplicita tutto, lo fa tramite dialoghi, ti coinvolge completamente, la visione di 3 ore non è per nulla pesante, anzi sembra voli tutto via in un attimo.
Come al solito si dimostra capace anche di dirigere gli attori, benomale tutti sfoderano una buona performance (anche Tatum, che mi ha sempre fatto un po ******, qui in fondo caratterizza bene il suo personaggio sopra le righe, ma meno male che compare poco). Poi abbiamo autentici miti come Jackson, Russell, Dern e Tim Roth che ovunque li metti, fanno bene, che insomma, un po stereotipano, un po esaltano i personaggi tarantiniani, danno quel tocco epico alla pellicola, la pongono in un buon livello di intrattenimento.

Insomma è un Tarantino un po atipico e non, interessante la scelta di girare quasi tutto in interni, ma che allo stesso tempo si ricicla lievemente, come al suo solito, tuttavia è uno dei suoi film che mi è piaciuto di più degli ultimi 10 anni (parecchio sopra a Django e Grindhouse). Ah, si, e spero Morricone vinca l'oscar, che colonna sonora pazzesca....