Arkantos 1 / 10 01/10/2017 15:11:53 » Rispondi Ebbene sì, sapevo che prima o poi sarebbe successo: il film ha vinto. Ci saranno alcuni spoiler, ma non penso che diano fastidio. Perdonatemi se sono passati 4 mesi, ho tutte le mie motivazioni.
"La fantastica avventura di Arkantos contro i film italiani odierni passatisti deprimenti" CAPITOLO 19: "_____________________"
Aaaah… Da dove cominciare? Come avrete notato nei vari capitoli, uso principalmente due approcci: il primo è quello sbarazzino e simpatico come in Zeta, l'altro è un fluire serio e noiosissimo come il film dei The Pills. Cosa assai strana, non ho messo un titolo per questo capitolo, solitamente umoristico: qua non c'è niente da ridere e neanche da incaz.zarsi, questo film è… è… ricominciamo il discorso. Immaginatevi di essere nei panni di una persona con amici ma che, per qualche ragione, non riesce a comunicare con loro, come se sia dentro in una cupola di vetro; oltre a ciò, per qualche causa particolare, sa che il suo destino sia già segnato e tale rimarrà, rendendo i suoi sforzi di cambiarlo vani e che ciò gli lascia dentro un misto tra depressione, bassa autostima, apatia, solitudine: questa è la sensazione che ho avuto dopo la visione di… sta roba. Probabilmente qualcuno mi dirà che sto facendo un dramma, e ciò forse in parte è vero, ma come posso reagire a un prodotto IPOCRITA? O, ancora meglio, a un prodotto CHE VUOLE SENSIBILIZZARE L'OMOSESSUALITA' CON GLI STEREOTIPI DELL'OMOSESSUALITA'? Una roba del genere a me fa venire male! Addirittura uno dei personaggi la definisce una DEVIANZA! Ma andiamo al film: sarà un'analisi diversa dal solito perché non lo voglio vedere una seconda volta, quindi a sto giro sarò molto veloce.
Prima di tutto il reparto tecnico: fetente, pare una fiction con quei green screen inaccettabili pure negli anni 60, regia televisiva e confusa e montaggio dinamico dove non serve. Poi gli attori salvo solo il bambino, gli altri sono delle carogne che calcano tantissimo le interpretazioni, diventando fastidiosi nei primi 10 secondi, e i personaggi sono in perenne delirio: infatti i protagonisti sono i due gay di Cado dalle Nubi e all'improvviso MORENO SI INNAMORA DELLA BELEN A MUZZO NELL'ARCO DI POCHE ORE; già qua capirete l'ignoranza dilagante sul tema, ma ancora peggio è Dino Abbrescia, una caricatura fatta personaggio che tira urli da femminuccia e sculettamenti a casaccio. Della Belen non commentiamo che è meglio (è presente pure la sua canzone "Amarti è folle"!), non riesco neanche ad analizzare la storia di questo film e sinceramente non penso che sia necessario dopo tutto quello che vi ho detto, pure io ho un limite di sopportazione e questo film non merita questo onore. D'ora in poi questo film sarà il mio punto di riferimeto su come NON scrivere una sceneggiatura.