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PSYCO regia di Alfred Hitchcock

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  27/04/2005 19:29:57 » Rispondi
"Dedico questo film a mia madre affinchè le urla strazianti della vittima le rovinino il sonno eterno"

Hitch, il solito ineffabile sornione. Dunque che dire di Psycho che non sia stato già detto? Prima di tutto che non è stato capito all'epoca della sua uscita, troppo "avanti", troppo moderno e sconvolgente (altro che datato) per i tempi, troppo realista per Hitchcock che in 53 film ha quasi sempre "eluso" la violenza tranne in tre casi, appunto Psycho Gli uccelli e Frenzy. no, non è un trittico ma l'inizio di qualcosa ... il voyeurismo l'oggetto del desiderio è una vittima avvenente che guardacaso non è propriamente a posto con la coscienza (ruba i soldi che avrebbe dovuto sborsare in banca) Tipica analogia con l'etica misogina (e materna come si sa) di Hitch. Poi per la prima volta nella scena della seduzione "mostra" due corpi seminudi, quelli della Leigh e quello di Gavin, suscitando le ire della sempre più impotente censura americana (erano anni di ribellione quelli) Ma Psycho ha prodotto un'altra vittima, la sola concreta, Antony Perkins... già promesso attore (e cantante a tempo perso) a suo agio nella commedia, si trova catapultato in un double impact neuropsichiatrico da cui ne esce con difficoltà Liberarsi del peso di Pyscho e di Norman Bates non è facile, e negli ultimi anni di vita (vedi i sequel) più che mai. La fantomatica scena della doccia... forse il miglior esercizio dell'imprevisto (oh l'incanto privato-domestico dell'intimità ablutoria con ... se stessi) e dell'orrore latente della storia del cinema. Dopo, è come una Separazione... il dectetive Balsam sembra uscito da un tv movie tipo "twilight zone" e l'influenza del piccolo schermo si fa sentire. La tensione forse cala, e resta l'impatto sconvolgente di Vera Miles con il fantaccio inerme di un corpo senza vita... qualcosa che mette la provincia americana a confronto dei temi prediletti della letteratura inglese, dal gotico Lord Byron a Mary Shelley. Pero' Bates inaugura una serie di "mostri" da villaggio, da Jason a Leatherface, ovviamente molto più improbabili e per questo ancor più inquietanti Parla con gli occhi di chi non puo' parlare: egli è il figlio ucciso, essa è la madre morta... Nella sua agghiacciante mutazione genetica sa già di aver ucciso se stesso. Il figlio che non esiste più