Dom Cobb 4 / 10 08/02/2015 16:07:08 » Rispondi Jupiter Jones è una giovane adolescente, figlia di immigrati russi, che passa la vita a pulire bagni nella Chicago dei nostri giorni. Quello che non sa è di essere il centro dell'attenzione di tre esseri, due fratelli e una sorella, discendenti di una potente casata aliena, i quali non si fermano davanti a nulla pur di vederla morta. Quando viene salvata dai loro emissari da un guerriero geneticamente modificato, la ragazza finalmente scopre la terribile verità che si cela dietro ogni enigma... Penso di potermi considerare un fan della fantascienza vecchia scuola, anche se le mie preferenze vanno più che altro al sottogenere noto come space opera (la saga di Guerre Stellari ne è l'esempio migliore). Da qui la mia curiosità verso un film che, a essere onesti fino in fondo, mi ha attirato soprattutto per le sue potenzialità a livello visivo, non certo per una trama che, come accade in maniera costante nel cinema mainstream di Hollywood, ero certo non sarebbe stata il massimo; né tanto meno i nomi dietro questa fatica cinematografica, i fratelli Wachowski, ha contribuito molto a suscitare il mio interesse, siccome l'importanza che occupano nella mia vita è a dir poco marginale. In definitiva, devo dire che questo film riesce a mantenere le promesse fatte nei trailer sotto certi aspetti, mentre per altri mi ha davvero deluso. Ma andiamo con ordine, più precisamente iniziando da quello che mi è piaciuto. Se c'è un elemento di tutta la baracca che si salva senza se e senza ma, allora si tratta del lato tecnico, che non esito a definire strepitoso: fra effetti speciali stupefacenti, scenografie sontuose, una fotografia impeccabile, elegante e mozzafiato ed eleganti costumi, è innegabile che i fratelli registi siano riusciti a trasporre su pellicola un intero universo dall'aspetto ammaliante, la cui realizzazione denota da parte loro un'ammirevole creatività e fantasia.
Da notare in special modo il design delle varie astronavi, anche se pure alcune inquadrature dei mondi visitati dai protagonisti risultano affascinanti.
Un universo che avrebbe avuto enormi potenzialità se presentato nel modo giusto, dando al pubblico tempo sufficiente per scoprirlo, assorbirlo ed entrare nel suo complesso meccanismo. Talvolta, solo le inquadrature del cosmo, accompagnate da una maestosa colonna sonora di un Michael Giacchino più ispirato del solito, bastano da sole ad immergere lo spettatore in quell'universo. Ma si tratta soltanto di brevissimi istanti, perché ciò che davvero permette al pubblico di orientarsi in un mondo mai visto prima e che bisogna imparare a conoscere, occorre una trama solida e scorrevole e, soprattutto, raccontata bene, in modo chiaro, diretto e che non lasci spazio ad alcuna ambiguità. E' un gran peccato, allora, che Jupiter Ascending crolli su sé stesso proprio lì dove si sarebbero dovuti compiere gli sforzi maggiori, innanzitutto la sceneggiatura: non sono un tipo da farsi confondere facilmente dalla trama di un film, ma che io ricordi, questo film é senza dubbio uno dei più incasinati a livello narrativo che io abbia mai visto. La storia fin dall'inizio procede in modo a dir poco zoppicante, dilungandosi su dettagli inutili e glissando su momenti che invece sarebbero fondamentali per introdurre e sviluppare i personaggi.
I primi dieci minuti su vita, morte e miracoli dei genitori sono più inutili dell'inutilità, mentre la vita quotidiana della protagonista viene liquidata in un montage dalla durata record di circa trenta secondi al massimo.
Non aiutano poi dei dialoghi insolitamente basici e una regia che, quando si tratta di portare avanti la storia, si rivela incompetente in modo quasi imbarazzante, rendendo la narrazione confusionaria ed incoerente in più di un punto.
L'amica di Jupiter e la stessa Jupiter vengono attaccate da strani esseri umanoidi di cui la ragazza scatta una fotografia sul cellulare, le creature le saltano addosso e un attimo dopo niente è successo, le due amiche stanno lì, sedute a parlare come se nulla fosse. E il film non ci da neanche un secondo per chiederci cosa diavolo sia successo, che già si passa alla scena seguente. Un altro esempio è la descrizione della vita privata di Jupiter: per tutta la durata del film, non mi ero reso conto che le persone con cui condivide la casa sono suoi famigliari (a parte la madre), e ancora mi sfugge la relazione fra voler comprare ad ogni costo un telescopio (si sa, un oggetto utilissimo per chi non sa un tubo di astronomia) e andare subito dopo in una clinica a fare... cosa esattamente? Ci sono mille altri esempi (su tutti, i fratelli cattivi che prima complottano contro Jupiter, poi ad un certo punto la lasciano andare senza minimamente opporsi), ma ci metterei un'eternità ad elencarli tutti.
In effetti, a guardare bene il succedersi degli eventi, una cosa non così facile come sembra, Jupiter Ascending soffre di un andamento ad accumulo, ossia dall'ammassarsi di fatti e situazioni il cui unico scopo è bombardare gli spettatori con tutto ciò che di bello, incredibile e "cool" esista in questo universo, tutto il più velocemente e vistosamente possibile. In altre parole, i fratelli Wachowski fanno l'esatto contrario di quello che ho detto prima, anziché permettere al pubblico di assorbire i dettagli dell'universo narrativo con una storia solida e un ritmo necessariamente lento, comprimono tutto nel tentativo di mostrare ogni cosa subito, creando dunque un effetto di confusione che impedisce allo spettatore di comprendere o essere coinvolto in quello che succede nelle due ore e passa di durata. Il modo in cui, ben presto, l'andamento della trama si fa ciclico e ripetitivo,
Per quattro volte di seguito assistiamo alla cattura e successiva liberazione di Jupiter dai cattivi.
mi fa pensare che la storia qui narrata si potesse tranquillamente diluire in tre film, in modo da raggiungere lo scopo di coinvolgere il pubblico e farlo entrare in questo universo creato apposta per essere ammirato. Invece, si assiste a una serie di eventi connessi fra loro da scene d'azione girate con competenza, ma a conti fatti noiose,
L'inseguimento con le navicelle per le strade di Chicago sembra essere uscito dritto dritto dall'ultimo Transformers.
anche se nessuna di esse riesce a battere le sequenze di dialogo, in cui la fanno da padrone personaggi inesistenti e un cast che definire legnoso è un complimento: Mila Kunis è bella e basta, Channing Tatum dubito perfino che abbia fatto scuola di recitazione (d'altra parte, le sue credenziali finora includono solo Step Up e G.I.Joe, il che non è certo un punto a suo favore), Sean Bean è sprecato in un ruolo così invisibile che avrebbe potuto anche non esserci. L'unico a lasciare un'impressione, anche se tutt'altro che positiva, è Eddie Redmayne, favorito all'Oscar per la sua interpretazione dello scienziato Stephen Hawking, ma qui creatore di una performance godibilmente ignobile e da cani, a tratti quasi divertente.
Già il modo in cui sussurra tutte le sue battute con quella sua espressione storta è ridicolo di suo, ma il bello è quelle poche volte che esplode e si mette a strillare come un bambino.
Ma la cosa più frustrante è che, nonostante la pessima esecuzione, Jupiter ha comunque un altissimo potenziale: le idee ci sono, soprattutto a livello visivo,
Darei qualsiasi cosa pur di rendere quei fantastici alieni rettili-raptor dei personaggi di peso anziché delle mere comparse.
e anche se non mancano riflessioni su temi non di poco conto come il tempo e l'immortalità, questi sono soffocati dalla loro trattazione superficiale e altri momenti che stonano con il resto del film al punto da sembrare quasi un film totalmente diverso.
Ancora mi risulta difficile credere che ci sia un intero segmento in cui Jupiter deve ricevere un certificato per rendere ufficiale la sua carica, e per farlo si reca in un posto il cui impianto burocratico è un volontario omaggio a Brazil di Terry Gilliam (lo stesso Gilliam ha un cameo).
Insomma, Jupiter Ascending è un film senza dubbio pessimo, una serie di idee visive buone e idee narrative potenzialmente interessanti amalgamate in modo sconclusionato, confuso e orribile. Ciò che ne esce è un prodotto incolore, in cui le deficienze in termini di storia e personaggi sono tali che nemmeno l'impianto tecnico rende la visione interessante. E' forse l'unica volta in tutta la mia vita in cui mi sia pentito di aver speso i miei soldi per entrare in una sala cinematografica, con annesso un non esaltante 3D. Evitatelo, se potete.