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IL POSTO DELLE FRAGOLE regia di Ingmar Bergman

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     8½ / 10  25/05/2011 05:21:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Generazioni che si incontrano e che si scontrano, una dopo l'altra, allo stesso modo, chiudendosi dietro maschere di gelo, di indifferenza, di egoismo. La senilità e l'attesa della morte che può però divenire occasione di riscatto e di rivalutazione interiore. Il posto delle fragole come luogo del dolce slancio emotivo del ricordo ma anche come simbolo delle occasioni perdute, della castità rubata, dell'amore mai avuto. L'eterna lotta fra raziocinio e fede, fra scienza e teologia, per la ricerca della giusta interpretazione dell'esistenza. Il viaggio di un anziano medico giunto ad un traguardo di vita e di carriera che si trasforma in analisi di sé e successiva catarsi attraverso, paradossalmente, proprio il caos onirico e surreale dei sogni. Per poi approdare, sul letto di (chi può dirlo?) morte, finalmente alla serenità e alla pace con sè stessi.
Sono solo impressioni, piccoli frammenti di una pellicola che è cosa ardua ricomporre prima di un lungo processo di eviscerazione di singole immagini, dialoghi, riflessioni. Trovo difficile, per quel poco che ho visto, approcciarmi criticamente all'opera di Bergman sia per i suoi densi simbolismi sia per il timore di "svilirne" lo spirito; ma non si può non rimanere colpiti da una sceneggiatura così malinconica e dolce allo stesso tempo (che è in grado di dire tutto - come mi capitò di pensare per "Persona" - in neanche 90 minuti di film) e da una capacità registica che è delizia per gli occhi.
Un gran bel film con grandi interpretazioni - bravissimo Sjostrom - che forse necessità più visioni per essere capito appieno